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La figlia di due vecchie

L'affermazione del "concetto esistenziale" che qui chiamano Illumanesimo sappiamo che non sarà né facile né, probabilmente, indolore, e forse seguirà anche strade molto più "strane" di quelle oggi ipotizzabili.

Come dicevo nel post precedente l'uomo occidentale è diventato così debole da non riuscire più a far svolgere a pieno al proprio corpo il compito che gli "servirebbe" per la propria mente, o almeno alla parte più astratta di questa.

Le difficoltà sono di diverso tipo. La difficoltà di far reagire un corpo debole in un contesto dove il principio, dovuto, di "benessere" a costo zero è diventato un dovere generalizzato e culturalmente istituzionalizzato. La difficoltà quasi insormontabile di far reagire un corpo per farlo combattere e arginare una cultura ormai vecchia ma difficilissima da modificare perché ancora fortissima e radicata in quella debolezza fisica e psicologica di fondo. La difficoltà di riuscire a imporre cambiamenti che implicherebbero inevitabili rinunce ad una parte di società che non riesce nemmeno a concepirne le necessità, e che ogni privilegio è diventato un diritto acquisito, ecc. ecc.

Ma, come detto sopra, il processo di cambiamento potrebbe prendere una strada ben diversa da tutte quelle ipotizzabili, e anche molto più radicale, che passa addirittura attraverso un processo di "eliminazione" del corpo occidentale, e quindi delle sue debolezze di fondo, per sostituirlo con uno nuovo e più forte. Per questo obiettivo serve però "eliminare", ristrutturare in modo profondo il primo, ma serve anche evitare che venga sostituito da uno, si più forte e adatto fisicamente, ma a sua volta già fortemente culturalizzato. Quindi non sarebbe ipotizzabile una sostituzione con uomini nuovi solo in senso fisico, ma questa sostituzione sarebbero utile solo se il cambio avvenisse attraverso un processo di compenetrazione in grado di compensare geneticamente i deficit di uno e le rigidità dell'altro.

Il processo di ricostruzione di un corpo nuovo potrebbe essere quindi realizzato attraverso le migrazioni, tra l'incontro di un corpo debole ma fortemente scientificizzato, fortemente a profondamente ricco di principi sia sociali che individuali ( tutti ancora molto teorici, naturalmente, ma non per questo meno presenti e meno importanti), e uno forte ma ancora fortemente legato alla fisicità. Il territorio ideale dove realizzarlo sarebbe quello in cui il corpo debole è destinato ad essere sostituito, cioè l'Occidente ma con inevitabili ripercussioni anche in molti altri contesti culturali, quelle di origine, e l'unica resistenza sarebbe quella di due culture che si incontrano e, all'inizio, si scontrano nel vano tentativo di sopraffarsi a vicenda.

Due culture ormai vecchie che nella fase iniziale si litigheranno il mondo nel patetico tentativo di salvarsi, ma che proprio grazie alla disponibilità di un nuovo corpo e della distanza dalla propria cultura per i forti, e grazie alla debolezza dei deboli potrebbe riuscire a farne nascere una nuova, una cultura nuova che sia figlia anche del vecchio, ma soprattutto faro di una terza via, una nuovo paradigma filosofico/culturale, una nuova idea esistenziale, che qui chiamiamo Illumanesimo ( loro poi la chiameranno come meglio crederanno, ma questo è talmente marginale da non aver nessuna importanza ), e che offrirà, come dice il prof. Antonio Martone nel saggio di un post precedente: "un modo nuovo di vivere il mondo",

Lo so, tutto questo, visto anche solo come ipotesi visionaria, farà tremare i polsi, e non solo, a molti, ma se ci pensate bene il peggio è sempre meglio del niente. Buon ottimismo a tutti.

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