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Analisi cartesiana della Coscienza

Il prof. Galimberti, come la maggioranza dei filosofi contemporanei, affronta il tema dell’inesistenza dell’anima analizzandola con lo sguardo rivolto all’indietro. Ma analizzare il "valore" di un termine guardando all’indietro, cioè avendo a base non la realtà di ciò che si sta indagando, ma esclusivamente guardando come si è formato quel termine, quali erano i significati nel passato, e quindi ciò e come è giunto fino a noi, significa fare un analisi senza tener conto delle differenze temporali, culturali e conoscitive. Ma questa, per la filosofia odierna, è la verità. Questo, e solo questo è il metodo utilizzabile e utilizzato.

No, la verità la si deve ricercare nella logica partendo dall’oggi e da presupposti che esulino da quell’unicità di analisi. Se l’anima non esiste non è perché l’origine del termine non la prevede. L’anima può anche non esistere, ma oggi non ci possono più bastare quelle giustificazioni. Abbiamo altri strumenti scientifici per indagare la coscienza e la sua origine. Magari esiste e noi non la capiamo, non la comprendiamo, non ne conosciamo il linguaggio, e quindi per noi è come se non esistesse.

A questo punto, anche per la coscienza si dovrà fare un’operazione ”cartesiana”. Così come Cartesio ha dato vita alla scomposizione del corpo, da corpo a organismo, e da questa diversa visione ha preso vita l’analisi del corpo in base alle sue diverse parti, così si dovrà fare per la coscienza. L’analisi della mente, delle sue diverse parti espressive, della coscienza, delle varie “coscienze”, e su queste costruire un nuovo paradigma esistenziale.

E’ da questa nuova concezione della coscienza che potranno nascere nuove e inimmaginabili scoperte. Cosi come sono nate dall’idea cartesiana della diversa visione del corpo.

In questo nuovo modo di “vedere” la coscienza c’è anche la risposta a ciò che oggi non conosciamo, e cioè cos’è la coscienza. E questo potrà portare anche ad evitare la schizofrenia causata della divisione tra corpo e mente, dal pericolo del dualismo assunto con la cultura dell’identificazione totale tra noi e il nostro corpo. Identificazione che manda in crisi ogni volta che viene messa in risalto dagli accadimenti della vita, e dal rapporto con gli altri; quando la vita ci mette di fronte a questa divisione tra noi e il nostro corpo, noi, identificandoci totalmente solo con il nostro corpo andiamo in crisi. Così come andiamo in crisi quando la vita ci mette di fronte la divisione tra la nostra cultura e la nostra coscienza.

Umberto Galimberti: Amare se stessi è la condizione indispensabile per vivere bene - Il Filosofo - YouTube

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