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Cambiare e non subire.

Bisogna cambiare, per migliorare la nostra condizione, per fare nuove esperienze, per essere più felici, per andare in paradiso, ecc. ecc. Ormai da secoli questo mantra ci viene ripetuto continuamente, e ogni “saggio” non dimentica mai di ricordarcelo. Allora, visto tanto impegno viene naturale pensare che forse è vero: cambiare servirebbe veramente.

Ma visti gli scarsi risultati di tanta sollecitazione, dopo migliaia di anni ci dovremmo anche chiedere: quante di quelle esortazioni sono state seguite concretamente e coscientemente dai miliardi di singoli individui che le hanno ascoltate? Molto poche. E quei pochi che sono riusciti a seguirle sono in numero poco significativo a livello sociale, e quindi ininfluenti al cambiamento come principio. E anche il continuo cambiamento che avviene nelle comunità umane, e persino nell’uomo, viene da concludere che siano più una conseguenza di fattori esterni all’uomo. Quindi si tratta di un processo naturale che niente ha a che fare con quei “consigli” e con l’impegno individuale di ognuno. Quindi, ciò che cambia è quasi sempre il risultato di un tipo di cambiamento inevitabile e “automatico”, e non l’impegno dei singoli per aderire a quei consigli.

Questo ci dice molto chiaramente che gli uomini adulti, la stragrande maggioranza delle persone adulte sono poco adatte a recepire i consigli, e assolutamente negati a metterli in pratica; questo indipendentemente da quanto siano saggi e fondati. Quasi sempre l’uomo si trascina dentro il sistema sociale che lo ospita, lo subisce, e lo asseconda. Al massimo si interessa, spesso più idealmente che concretamente, per cambiare quel sistema, a volte si appassiona agli idealismi di quel sistema, ma poco o niente si impegna per cambiare se stesso. Anche questo sarebbe cambiamento, naturalmente, ma in base a questo ragionamento possiamo concludere che quei “consigli” siano sostanzialmente inutili, e siano più delle speranze di chi li esprime.

Quei consigli siano più che fondati, e non abbiamo motivo di dubitarne perché il cambiamento è movimento, la vita è movimento, e cambiare significa muoversi. Ma almeno fino a quando l’uomo non passerà all’uso della razionalità tutto questo è destinato a continuare. Solo un uomo che prende razionalmente coscienza del fallimento del sistema che lo ha preceduto, e della necessità di cambiarlo, può smuoversi dall’apatia e dal seguire solo il cambiamento “di riflesso”. E il cambiamento dei singoli adulti sarà agevolato solo attraverso il modo con il quale verranno fatti crescere gli uomini di domani. Se non verranno fatti crescere uomini coscienti di quel valore, dopo non sentiranno più la necessità di cambiare, perché i legami a modelli statici diventano troppo forti e troppo comodi. Ai giovani deve essere insegnato ad usare coscientemente il valore del cambiamento, magari provocandolo, per vivere una vita più dinamica, più pratica e meno inutilmente idealizza verso falsi cambiamenti e inutili comodità.

Il nostro periodo storico, da due secoli ad oggi i cambiamenti sono stati enormi. Probabilmente, chi li ha vissuti ha avuto una delle più grandi occasioni esistenziali della storia dell’uomo. Ma nonostante la freneticità con la quale sono avvenuti quei cambiamenti, molti sono del tipo “meccanico” di cui sopra. Pochi sono i cambiamenti di tipo razionale e coscientemente ricercati. La maggioranza di questi sono subiti. Però, anche questo ha messo in moto due occasioni. La prima: anche questo cambiamento ha costretto molti a vivere vite meno “pacifiche”, vite che hanno costretto ad una rincorsa per adeguarsi al nuovo, e hanno “costretto” ad un numero di esperienze a volte anche eccessive, troppo veloci, ed alle quali non eravamo nemmeno preparati. La seconda: aver messo in stimolato un sommovimento interiore, una necessità di imparare a cambiare. Abbiamo vissuto una situazione che ha messo in moto un bisogno di cambiamento meglio gestito. Oggi iniziamo a provarci, ma combiniamo ancora un sacco di sbagli. Ma anche tutto questo è, probabilmente, solo un modo che ci porterà a capire cosa e come dovremo cambiare veramente per imparare a cercare il giusto significato del cambiamento. Anche questo è uno dei modi, magari più doloroso ma non per questo meno efficace, per arrivare all’Illumanesimo.

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