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Una difesa illumanista degli accadimenti sociali

Per cambiare una società é necessario iniziare a cambiarla. Su questo sono convinto che possiamo trovarci tutti d'accordo. Pretendere anche che si riesca a cambiarla subito e senza commettere errori é più un'utopia che una possibilità. Mai i cambiamenti sono avvenuti senza passare attraverso fasi di aggiustamento; questi passaggi sono inevitabili.

Quello che sta accadendo oggi nel mondo non fa eccezione e, credo, continuerà così ancora per un bel po' prima di poter dire di aver realizzato un processo completo di riformulazione di un nuovo tipo di società. Se osserviamo quello che sta succedendo adesso, ma che é iniziato ormai da molto tempo in Italia e nel mondo, e se riusciamo a valutarlo in una prospettiva di lungo periodo definendo nel contempo anche un ipotetico modello di nuova società futura, sono convinto che anche in questo marasma di azioni sconclusionate, di tentavi caotici di cambiamento, di errori macroscopici e di disperati tentativi di conservatorismo, possiamo probabilmente trovare in tutto questo anche segnali, a volte chiari a volte meno chiari, che indicano la direzione presa e la strada che potrà condurre alla realizzazione di quell'ipotetico modello. Se non sappiamo dove vogliamo andare non possiamo nemmeno sapere se stiamo percorrendo la strada giusta; e questo indipendentemente da quanti dossi, cunette, curve, buche improvvise, salite o discese incontreremo.

Il modello a cui tendere potrebbe apparire difficile da definire e sicuramente non ci è ancora chiaro - al di la delle comuni speranze di benessere, di amore, di fratellanza generalizzata e simili, tipiche espressioni romantiche che da sempre lasciano il tempo che trovano proprio perché espresse senza un modello serio su cui farle funzionare concretamente -, ma se osserviamo il passato ci accorgiamo subito che il live motive che si ritrova in ogni fase di cambiamento è la richiesta di ampliare il riconoscimento del valore dell'individualità. Una richiesta di ampliamento della sfera personale dell'individuo rispetto al sociale, alle sue regole e alle sue rigidezze è sempre presente all'interno dei movimenti che in epoche diversi si sono succeduti a chiedere di cambiare il vecchio con il nuovo; qualunque sia stato il nuovo richiedo. Questa richiesta é sempre stata presente e, anche se molto lentamente, questo obiettivo si é avvicinato sempre un po. L'obiettivo di una società futura non potrà, quindi, che contemplare lo stesso tipo di richiesta/speranza e richiedere un ulteriore passettino verso quello dell'ampliamento; sempre parziale ma sempre un po più realizzato in un tipo di società dove il valore dell'individualità diventi anche un elemento culturale riconosciuto e affermato e non sia più un elemento solo declamato.

Definito un obiettivo, definito il modello a cui tendere, potremmo quindi tentare un'analisi dei fatti di oggi, un'analisi dei personaggi di riferimento della nostra società e sezionando i loro intenti, i loro atti e i loro comportamenti sono certo che riusciremo a ritrovarvi segnali e gesti che, in qualche modo tendono verso quel fine, verso quell'obiettivo ricorrente di cui sopra. Sicuramente molte azioni sono svolte in modo inconscio, a volte in modo sconclusionato, caotico, a volte sbagliando e a volte centrando piccoli bersagli parziali in quella direzione, a volte restando vittime del conservatorismo culturale che si ribella alle spinte di cambiamento e a volte riuscendo a forzarle fino a farle apparire inaccettabili e insopportabili perché tropo distaccate rispetto al momento storico. Il trend di fondo che va in quella direzione sarà però presente e credo che sia anche individuabile e riconoscibile. Diciamo che potremmo iniziare oggi a identificare, indipendentemente dal giudizio che gli verrà assegnato, le cause del cambiamento che avverrà domani, e potremmo tentare questa operazione per decidere di agevolare, a mezzo del consenso sociale, solo quelle attività che rientrano nel modello sfrondandole dai giudizi storicizzati ed elevandole rispetto al momento storico. Nessun uomo é in grado di fare solo cose giuste, ma ne farà di meno di sbagliate se sarà costretto a rispettare una linea, un tracciato verso un obiettivo definito e condiviso. Questo indipendentemente da chi sia questo soggetto, dal ruolo che rivesta e dal valore o disvalore che gli sarà socialmente riconosciuto.

Facciamo un esempio - magari antipatico a molti - ( ma se riuscirete a considerarlo solo un esempio e lo spoglierete dalle convinzioni politiche personali tutto sarà più semplice):
L'attuale presidente del consiglio incarna in se il modello della trasgressione alle regole sociali. Imprenditore di successo molto discusso, politico di successo altrettanto discusso, portatore di idee affascinanti per milioni di persone da una parte e portatore di tutti i mali del mondo dall'altra, simbolo comunque di un'epoca, anche se limitata nel tempo, e di un contesto sociale dove la necessita di cambiamento iniziava a premere e chiedeva nuovi valori senza essere riuscita ancora e definirli. A suo modo il nostro personaggio, a con lui molti altri ( abbiamo preso lui perché sembra essere il suo momento ma potremmo parlare anche di altri, o potremo non parlare di singoli uomini ma di fatti sociali tipo il terrorismo, il potere economico che entra in crisi, ecc., e il discorso di fondo non sarebbe diverso perché, in fondo, sono sempre gli uomini a compiere gli atti ), non ha fatto altro che incarnare il ruolo di chi, a suo modo, tentava di introdurre elementi di novità, elementi di cambiamento ( condivisibili o meno - e lasciamo perdere come, lasciamo perdere se vi sia riuscito o meno, lasciamo perdere i giudizi sui risvolti di questi tentativi perché questi dettagli sono tutti elementi di contorno al discorso di fondo che tentiamo di fare in questa sede ) e ha iniziato il suo lavoro all'interno di un contesto sociale che da una parte chiedeva e dall'altra temeva che questo potesse avvenire; il cambiamento, per quanto sperato, fa sempre paura e quando si intravede che potrebbe realizzassi concretamente scatena il tentativo di conservare il certo del vecchio rifiutando l'incerto del nuovo; perché é il nuovo a far paura.

Ma cosa ha tentato di cambiare questo signore?

- ha portato alcune persone giovani al governo di un paese di vecchi - poche ma in numero mai visto prima ( ricordo ancora una volta di non cadere nella tentazione di formulare giudizi sui risultati attenuti e sulla qualità dei soggetti scelti perché altrimenti si perde di vista il fine di questo discorso ), - ha tentato di introdurre quello che lui chiama liberismo e meritocrazia, ma che io chiamerei più semplicemente riconoscimento del principio di non eguaglianza degli uomini tra di loro e del riconoscimento dei diversi ruoli sociali ma in una prospettiva di eguaglianza di fini spogliando questa differenza da qualsiasi elemento di valore, sociale o personale. In sostanza diversità di ruoli nell'eguaglianza reale e riconosciuta e non formale e legislativa ( ricordo ancora una volta di non cadere nella tentazione di dare giudizi di tipo etico/sociale o legati alla cultura di questo momento storico la quale assegna un valore sociale positivo o negativo a seconda di parametri relativi del concetto attuale di positivo o negativo - magari ognuno potrà assegnare un giudizio morale personale, ma non assegnate un giudizio etico sociale perché sarebbe deviante dal discorso di fondo).

- Ha tentato di cambiare addirittura le regole sociali di fondo, ha avuto tentazioni, e in qualche momento vi é anche riuscito, di assoggettare queste regole a fini personalissimi, a opportunità individuali, e anche questo é un segno in funzione del valore dell'individuo come elemento primario rispetto al contesto sociale ( che poi sia caduto nel contrasto con le regole ella convivenza sociale, cioè abbia tentato di superare il limite del tollerabile sociale, questo é uno degli errori commessi, ma il concetto di fondo resta sempre presente e sempre valido). In alcuni momenti, e per alcuni, ha incarnato il simbolo negativo, il contrasto di valore tra la richiesta di cambiamento e atti che tentavano di superare i limiti che una società che deve convive non può accettare che vengano superati. Questo anche perché manca ancora il riconoscimento culturale dell'altro come elemento di pari dignità sia sociale che personale. Comunque la si voglia leggere non possiamo comunque non riconoscere in questi aspetti negativi il versante positivo che si manifesta nel fatto di diventare motivo di stimolo degli anticorpi sociali risvegliando coscienze assopite che hanno iniziato ha chiedere di realizzare una individualità responsabile a discapito di un individualismo deleterio.

Potremmo continuare ancora per molto, anche con esempi riferiti a persone e contesti molto diversi da questo, e forse lo faremo più avanti. Molto probabilmente anche dentro molti di questi riscontreremo puntualmente rispettata la regola del tentativo di avanzamento verso l'ampliamento del riconoscimento del valore individualità. Malgrado tutto, quindi, questo processo é sempre presente, é innato nell'uomo ed é un passaggio inevitabile per ogni società in trasformazione.

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