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A cosa serve la realtà e come utilizzarla.

 

Su 5 miliardi di persone che siano entrate nella maggiore età solo una insignificante minoranza avrà la possibilità concreta di cambiare se stessa. La stragrande maggioranza ha ormai una cultura dalla quale difficilmente riuscirà a liberarsi perché è divenuta la gabbia di una vita da vivere. Dire quindi a qualcuno ormai adulto cosa dovrebbe fare di se stesso e della realtà è tempo perso: almeno che non gli si promettano le solite amenità di una vita più ricca e in salute, di una vita perpetua ecc. ecc.; con queste false promesse si sono convinti interi continenti.

 

L’uomo dovrebbe imparare fin da piccolo a diventare il padrone di se stesso, e per insegnare a qualcuno a diventare se stesso necessita insegnargli fin da piccolo a dare giudizi morali, etici e di utilità individuale rispetto alla propria vita ed a ciò che essa ci offre; valutazione  giudizio su tutto, fino alle più piccole cose anche apparentemente insignificanti. Non i soliti insegnamenti  di utilità ludica, di partecipazione e contributo, per quanto utili, ad un mondo sociale con regole precostituite ( quello c’è già e non serve alimentarlo ulteriormente con falsi insegnamenti), ma insegnare a valutare in relazione ad un bene interiore, intellettuale, cognitivo, morale che una volta imparato da bambino, una volta che si è sviluppata la naturale attitudine a valutare la realtà nel  modo interpretativo individuale, da grande applicherà lo stesso criterio nelle relazioni e nei comportamenti della vita sociale e della vita privata.

 

Questo dobbiamo fare della realtà: imparare ad utilizzarla, tutta, dal più piccolo elemento della materia alle relazioni sociali e interpersonali, per interpretare tutto questo ai fini individuali di valutazione e conoscenza. Poi ognuno sceglierà personalmente cosa indagare di più e cosa di meno, ma il concetto di fondo è l’imparare a contrapporsi intelligentemente e criticamente alla realtà tutta.

 

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