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Serve un nuovo corso filosofico/esistenziale

 

Fatti i dovuti distinguo, particolarmente in merito ai presupposti, e posta in evidenza la differenza terminologica conseguente, ma anche sostanziale, la necessità di un nuovo corso filosofico/esistenziale - lo andiamo sostenendo anche qui, é una necessità assai concreta, e non la ritroviamo solo in ambito filosofico, ma come andiamo sostenendo da sempre, la necessità di un "nuovo illuminismo" - che io preferisco definire Illumanesimo, cioè un nuovo modello e una nuova modalità di approccio critico ai concetti di realtà e verità (ma La diversità di terminologia è, nello specifico, più un retaggio culturale delle parti che qualcosa di sostanziale) - la possiamo ritrovare, e la ritroviamo prevalentemente nel vissuto concreto, e nell'espressione di molti bisogni di cambiamento che vanno ormai montando anche in modo molto più concreto e molto al di la del pensiero filosofico. Bisogni che qui andiamo sottolineando pescandoli nel sociale del nostro tempo. I bisogni che molte società, molte comunità, molte forme di "organizzazione sociale" mostrano e cercano di promuovere, mentre altre lo subiscono e cercano di ostacolarlo, sono la conferma di quella necessità e di quel processo in atto. Spesso il caos sociale tipico dei periodi di passaggio, specialmente all'inizio dei processi di modificazione, ne sono un tipico segnale, e com'è inevitabile per ogni "nuovo" - che poi altro non sarà che un diverso modo di vivere anche una parte del vecchio - si sostanzia in inevitabili errori, aggiustamenti, processi di modificazioni progressive ecc. La politica, l'economia, la finanza, la tecnica del nostro tempo ne sono un classico esempio.

Roberto Mordacci su Lettera43, riprendendo il pensiero anche di altri sui colleghi, si pone verso questo tema con mente aperta, e ogni contributo nel sottolineare questa realtà, questo processo, che sarà inevitabilmente filosofico prima che pratico, vissuto nel concreto, è il benvenuto. Speriamo che le diversità dei presupposti, dei punti di partenza non spaventino più del necessario (pericolo sempre in agguato culturale).

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