
Domani e oggi
Nessuno sa attraverso quali tortuosi sentieri o splendide e diritte autostrade si raggiungerà la nuova era esistenziale che qui abbia denominato, ma solo per comodo, Illumanesimo.
Oggi possiamo immaginare solo due dei passaggi che sembrano, e temo saranno inevitabili:
- un momento di grande difficoltà sociale, e quindi individuale. Momento indispensabile per scuotere l’uomo di oggi dal proprio torpore materiale. Blocco culturale che sarà scalfito solo da nuove necessità, e che lo costringerà a dar corpo alle proprie necessità di cambiamento. Necessità che, senza quella scossa, si mantengono sotto la crosta psicologica che si è sovrapposta e opera come un tappo ad ogni necessità intima degli individui.
-E un momento di grande difficoltà culturale, momento in cui entreranno in aperta crisi i vecchi valori. Questo sarà un momento che porterà alla nascita prima di una discussione, anche forte e “violenta”, sulla direzione da prendere in tema esistenziale, e poi alla proposta di nuovi valori. Il resto sarà la loro condivisione collettiva, ma questo sarà già Illumanesimo.
Questo è il domani. Ma oggi ha senso l’idea di poter fare qualcosa? Visto che quei passaggi sono ritenuti inevitabili, e che per un indeterminabile ulteriore periodo di tempo questa filosofia è destinata a restare prima clandestina, poi minoritaria, e solo dopo molti passaggi intermedio avverrà il suo “esordio in società”.
Si, ha un senso. Ma forse non è quello che la maggioranza potrebbe immaginarsi.
Infatti, non si tratta di promuovere questo o quel pensiero filosofico; nemmeno se fosse il più grande del mondo. Non si tratta di fare “proselitismo” per questa o quella utopia. Oggi non ci sarebbero uomini in grado di ascoltalo e recepirlo. Gli uomini di oggi sono i figli di un “sistema cultura” – si, siamo riusciti a trasformare in sistema anche la cultura – che non permetterebbe alle nostre psicologie di accettare un contrasto con se stessi; perché di questo si tratterebbe.
Da oggi possiamo - e dovremmo accontentarci di riuscire - iniziare a diffondere un pensiero positivo di speranza e consapevolezza. Diffondere l’idea che, anche se stiamo attraversando un periodo difficile, anche se nell’uomo sta covando un bisogno che non riesce ad emergere e diventare concreta ribellione, per quella necessità esiste comunque una destinazione positiva possibile. Far crescere l’idea che l’uomo può e deve riuscire a vivere con ottimismo, e questo soprattutto grazie a se stesso.
Possiamo iniziare, e contribuire, a diffondere prima di tutto il messaggio, l’idea positiva che esiste questa possibilità. E già questo mi piace chiamarlo Illumanesimo.