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Che senso avrebbe?

Che senso avrebbe chiedere la riforma della scuola senza prevedere contemporaneamente tutte le altre riforme necessarie, come la riforma dell’informazione, della cultura politica, soprattutto di quella parte legata all’economia, la revisione del concetto di “libertà “ concessa ormai in forma quasi assoluta nell’uso della tecnologia, l’ampliamento dell’ambito e del modello entro il quale agisce la scienza, ma soprattutto del concetto di libertà individuale, quello che in forma ormai totalmente stravolta impregna, “abusivamente” come pseudo valore, la cultura collettiva nei più disparati ambiti sociali, come le religioni, gli idealismi contrapposti, l’economia e persino le ideologie libertarie.

Non avrebbe senso riformare solo la scuola e i suoi modelli formativi senza intervenire contemporaneamente sugli altri ambiti della società. Questo perché già oggi il suo livello di incidenza, la percentuale di capacità di incidere nella crescita dei giovani è già fortemente diminuito, e acquisito dal mondo dell’informazione, della tecnologia e della cultura scientifica. In sostanza oggi la scuola ha dovuto cedere molto del proprio ruolo, e questo farebbe pensare che anche una sua riforma potrebbe non essere sufficiente a garantire una “più forte” capacità di svolgere un ruolo nella crescita dei giovani.

Il problema è che non c’è soluzione diversa da questa. Pensare in una autoriforma dei sistemi esterni alla scuola sarebbe, oggi, abbastanza illusorio; troppi sono gli interessi in ballo, e ormai troppo basso il livello di responsabilità individuale verso i problemi che si possono immaginare per il futuro. Ma da qualche parte è urgente iniziare.

Per questo, data la quasi certezza dell’impossibilità di vedere ravvedimenti spontanei in quei comparti, la riforma dei modelli formativi, e del valore che questi offrono intorno alla libera possibilità e capacità di scegliersi ognuno il proprio e personalissimo paradigma esistenziale entro il quale inserirsi e imparare a vivere, diventa almeno un primo passo. Una base sulla quale, in prospettiva, domani, questi nuovi uomini decideranno se e in che direzione iniziare a modificare anche gli altri ambiti sociali.

Un percorso più lungo di tante speranzose iniziative di voler cambiare il mondo. Ma questa è, secondo il concetto illumanista, la strada, forse l’unica, che possa essere percorribile senza dover passare attraverso dolorosissimi momenti di scontro e di impoverimento collettivo tutt’altro che filosofico e culturale.

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