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Data di scadenza: oggi.

Il linguaggio che stiamo utilizzando è scaduto, e la data di scadenza segna: oggi.

Le parole hanno perso ogni valore e ogni significato certi. E’ vero che, nella realtà, il bianco non è mai solo bianco, e il nero non è mai solo nero. Il mondo è un incontro continuo di colori e di significati, ma se i termini diventano degli elastici, e il loro significato diventa adattabile ad ogni necessità di parte, o se può essere persino stravolto, Babele torna e ci rende muti e in conflitto.

L’inevitabile scontro, che prima diventa linguistico - i nuovi mezzi di comunicazione, i social e il mondo digitale in generale sono li a dimostrarlo - e poi rischia, in tempi anche non troppo lunghi, di portare a ben altri tipi di contrapposizione. Gli estremismi fanno largo uso di queste possibilità.

I termini che utilizziamo non possono e non devono poter essere interpretati in modo troppo arbitrario a seconda del comodo di parte. Se questo inizia a diventare una regola di comunicazione, ecco che tutto si confonde, e niente è più ciò che è, ma sempre e solo ciò che ci fa comodo appaia.

La via per salvarci non è, però, quella di gettare il linguaggio, e sostituirlo, come stiamo rischiando di fare, con le immagini; mezzo oggi sempre più utilizzato, ma che presta il fianco ad una pesino maggiore possibilità di libertà interpretativa. La salvezza dalla Babele prossima ventura, dall'impossibilità di comunicare persino con il vicino di casa resta quella di iniziare a ridiscutere, chiarire e ridefinire il significato dei termini.

Però, per questa operazione non basta la scuola, e non è bastante nemmeno un'istituzione di alto livello come , per esempio, l'Accademia della Crusca per l'italiano, non sono bastanti i vocabolari, ma serve l'intervento di una discussione filosofica, una discussione intorno al paradigma esistenziale di fondo, e al percorso sociale che meglio vi si adatta. Serve ridefinire il senso che vogliamo assegnare all’esistenza, e da questo ripartire a ridefinire i termini utili a comunicarcelo reciprocamente. In questo quadro, e solo in questo, sarà possibile iniziare a riformulare un lessico condiviso e, finalmente, più chiaramente identificabile in ogni ambito. In definitiva, prima serve riscrivere un nuovo vocabolario esistenziale, un nuovo modo per descriverlo, con nuovi termini, o con quelli vecchi ma riqualificati e meglio precisati, e solo dopo riportarlo a livello di formazione ed a livello comunicativo di massa.

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