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La scuola non forma più

Sono assolutamente d'accordo con Ceruti. E, con il dovuto rispetto, mi permetto solo di aggiungere che, forse, sarebbe molto utile che la scuola, oltre a insegnare a fare quell'operazione di connessione tra i vari aspetti della complessità del nostro tempo, a valutare, e selezionare, a fare le necessarie cernite ecc., insegnasse anche il coraggio a farle, e insegnasse a distinguere, tra le scelte che andranno a fare, quelle che sono di interesse personale e quali sono suggerite da un sistema massificante, livellante, e subdolo, in grado di suadere tutti con finti interessi individuali che, invece, sono solo interessi suggeriti, indotti.

Capisco che questa è una parte più difficile, e le sfide difficili si tende sempre a evitarle. Ma se si abdica di fronte a questo tipo di difficoltà, significa che si sta facendo il gioco di chi non ha nessun interesse a sviluppare quel tipo di capacità di capire, di riconoscere la differenza tra una valutazione indotta e una dettata dalle necessità veramente personali, individuali. Tecnica che il sistema moderno ha affinato in modo così specializzato da essere riuscito a trasformare i propri interessi in quelli delle sue vittime. O si "svegliano" le vittime, o l'Illumanesimo resterà un'utopia. Si, perché nell'Illumanesimo il risveglio delle vittime del nostro tempo, cioè noi, o meglio i nostri giovani, è l'indispensabile per la sua possibilità di crescita.

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