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Il pericolo della tecnologia

L 'esercito di "soldatini" felici di vivere e sopravvivere inquadrati dietro alla tecnologia cresce in modo vertiginoso, e sono sempre di più e sempre più bravi. Questo ci appare, e in parte lo è, un bene per il momento storico che stiamo vivendo, ma ormai sappiamo anche che tutto questo potrebbe diventare un bene solo apparente, e un grande pericolo per il futuro.

Un bene non perché, come verrebbe istintivo pensare, porti benessere e libertà diffuse, ma piuttosto perché ci costringe ad accelerare, e stimola i cambiamenti. Cambiamenti mentali, esistenziali e, illumanisticamente, ci auguriamo anche culturali. I cambiamenti sono sempre positivi, e oggi la tecnologia è la maggiore responsabile della creazione di accelerazioni tali da provocare squilibri tra il sociale, il collettivo, e la mente dei singoli. Ma trattandosi di cambiamenti molto repentini diventa una scossa che porta, costringe i singoli individui più a subirsi che a gestirsi. Stimoli che portano almeno a porsi delle domande. Interrogativi che nella tranquillità di una vita “regolare” difficilmente ci porremmo se seguissimo solo gli interessi di quel sistema. Quindi, questo è anche un bene perché le difficoltà a seguire lo sviluppo frenetico tipico del progresso tecnologico sembra essere rimasto l'ultimo baluardo all'apatia.

Tutto positivo, quindi? No. Perché in prospettiva anche questo può diventare un grande pericolo per il nostro futuro. Infatti, anche senza volerci preoccupare del rischio di appiattimento, del pericolo di un mondo che espelle da sé ogni diversità ( anche la tecnologia ha necessità di uniformità culturali), appena sarà raggiunto il limite di saturazione, quando questo tipo di esistenza sarà diventata normalità e tecno-normalizzata, ci accorgeremo di quanta fatica il nostro corpo e la nostra mente faranno per abbandonare il comodo e rassicurante mondo del virtuale, per tornare a soddisfare le imprescindibili necessità che richiedono una vita reale con e in mezzo agli altri.

Ancora, siamo, saremmo in grado di evitare questo pericolo, ma solo se riusciremo a porre un freno non alla tecnologia in se, ma piuttosto all'assuefazione al comodo sistema che questa ci offre.

Ci serve un tipo di tecnologia che ci aiuti, ci stimoli, e se necessario ci “costringa” ad una vita attiva. Una tecnologia che funga da stimolo all'agire in una vita più fisica, coinvolgendo corpo e mente in azioni reali e meno virtuali. Questa unione tra la forza che la tecnologia ha in se, e la consapevolezza di poterla sfruttare per vivere in modo più concreto, più coinvolgente, e magari in modo anche meno pesante la vita, invece che in modo sempre più virtuale, proprio la tecnologia potrebbe diventare una grande alleata, e quel pericolo potrebbe essere molto ridotto.

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