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Esperienze e digitale

 

Personalmente temo - ma spero di sbagliarmi - che il futuro prospettato dall'utilizzo del digitale sia, per l'individualità umana e le sue capacità di rapporto con le proprie esperienze concrete, meno positivo di quanto si pensi oggi. Questo, oggi, soprattutto a causa delle scarse capacità disponili per riuscire a valutazione le conseguenze dei nostri agire.

Ma questo non ci deve demoralizzare, e non deve impedirci di pensare, da buoni illumanisti, in positivo. In quest'ottica vi riporto queste due paginette del libro di Cosimo Accoto, "Cinque brevi lezioni di filosofia digitale". Uno stralcio interessante che meriterebbe una più attenta riflessione, e che da spunto per l'ipotesi dell'alba di un possibile " nuovo senso" che l'uomo potrebbe dover sviluppare. Un nuovo "senso" che, portando a 6 gli strumenti utilizzabili, amplia sia la possibilità, ma sopratutto la "qualità" dell'esperienza. Non fosse altro che, per far diventare operativa questa ulteriore capacità di rapporto con il mondo e con le esperienze, serve, servirà una nuova forma di approccio con la parte valutativa dell'esperienza ( di quei dati sempre più astratti, ma di conseguenza dei "sensi", dei "valori" , delle "sensazioni" individuali ecc. ecc. da assegnare). Capacità in grado di trasformare persino il "senso" dei nostri rapporti col mondo e con il "valore" che, individualmente, ognuno assegna al proprio agire.

Stiamo perdendo sempre più la capacità a fare esperienze concrete, e la tecnologia digitale ci sta trasportando tutti verso un mondo sempre più virtuale. Forse, l'imparare a valutare meglio anche le esperienze meno concrete potrà almeno aiutarci a rendere troppo vuota la vita. Non sarà la soluzione, naturalmente, ma siccome questa nuova capacità sarebbe in grado di affinare di molto le capacità valutative individuali della mante, questo potrebbe ripercuotersi in modo positivo anche sulle esperienze concrete. Esperienze che, anche a causa di quella tendenza alla superficialità ed al distacco tipico del virtuale, oggi vengono vissute in maniera sempre più distratta. Imparare a prestare attenzione al virtuale, ai suoi dati ed ai suoi riflessi e valori, diventerebbe un meccanismo mentale utilizzabile anche nel rapporto con quel poco di concreto che siamo in grado di agire.
 

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