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Il terrore del singolo

L’uomo ha sempre avuto il terrore del singolo, della sua libertà e del suo coraggio di stare e pensare da solo.

Invece, nella realtà della vita l’esperienza ci dimostra che le peggiori nefandezze umane sono state compiute dalle comunità di uomini, dai suoi gruppi organizzati e ideologizzati. Mai, un singolo, riuscirà a combinare disastri a livelli di quelli che ci racconta la storia dai gruppi. Questo non significa che i singoli non possano combinarne, ma se consideriamo anche la possibilità che una società ha di poter neutralizzare un singolo, e la difficoltà, e spesso l’impossibilità che riesce a esercitare per farlo con i gruppi, ci dovremmo quantomeno porre il problema di cosa stiamo sbagliando. Invece, dei gruppi raramente abbiamo “paura”. Anzi, siamo sempre pronti e disposti a difenderli, ed il massimo dell’insensatezza la dimostriamo ritenendo giusto farlo, cioè quasi sempre sosteniamo di difenderli in nome della libertà. Proprio in nome di ciò di cui abbiamo il terrore rispetto al singolo individuo. Non ci sfiora nemmeno l’idea che solo uomini veramente liberi sarebbe in grado di dar vita a gruppi di veri uomini liberi, cioè senza la necessità di trasformare quella “comunità” in luoghi dove trovare difesa, e degna di essere condivisa e difesa anche quando commette quelle nefandezze.

Rispetto al singolo, specialmente se è minorenne, siamo sempre pronti a sentirci in dovere di indirizzarlo, di consigliarlo, di aiutarlo a pensare; come se il nostro fosse, sempre, il più giusto dei motivi per evitargli di essere libero di esprimersi individualmente.

Quante volte ci siamo sentiti ripetere che i giovani devono essere istruiti, che devono ricevere i consigli e le istruzioni per diventare uomini liberi. Quante volte ci siamo sentiti ripetere che se lasciassimo crescere troppo libero un bambino avremmo un pessimo uomo. A parte il fatto che non avendo quasi mai provato non possiamo nemmeno affermare questo con certezza dimostrata, non capiamo nemmeno che per crescere liberi ma responsabili serve imparare ad esserlo fin da piccoli. Ma che non lo facciamo proprio perché abbiamo il terrore della libertà del singolo, e non di quella dei gruppi ai quali un uomo non avvezzo alla libertà sarà, inevitabilmente, costretto ad appoggiarsi senza quel tipo di formazione.

Rispetto a questo l’Illumanesimo si pone in una posizione molto critica. E’ vero, e in parte anche normale, che la cultura in cui siamo immersi ritenga questo il modo migliore per far crescere i propri figli, e che la loro conformazione al sistema sia persino una forma di difesa. Infatti, è anche vero che mandarli allo sbaraglio con una libertà che la società non saprebbe accettare si trasformerebbe in una vita d’inferno. Ma questo non giustifica la paura ossessionante che blocca ogni forma di avanzamento in questa direzione. La storia recente, persino i molti dei disastri che molti singoli sono portati a commettere, sono figli di quella mancanza, e della loro appartenenza a una qualche "comunità".

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