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Il dentro e il fuori.

Il tema del dentro e del fuori (il corpo) nell’uomo, oltre ad essere uno dei maggiori misteri che continua a “tormentarci” - ma non siamo certo qui per risolverlo- , è anche un tema strettamente connesso a quella della sua “libertà”, dei diritti e dei doveri individuali.

Ogni uomo, nel corso della propria vita, almeno una volta si è posta la domanda: cosa sono veramente dentro di me? Tutti conoscono il proprio corpo e vi si identificano, ma nessuno riesce a definirsi chiaramente “dentro”. Anche tutte, o quasi, le migliori menti che l’umanità ha espresso nella sua storia, prima o poi hanno sentito la “necessità" di cimentarsi nel tentativo di dare una risposta a questo mistero. In tanti hanno anche finito per proporre agli uomini delle soluzioni, sempre molto teoriche, e sul tema dentro e fuori, molti hanno creato anche la propria fortuna, del corpo, ma nessuno è mai riuscito ad andare oltre qualche convinzione fideistica.

Nonostante questo enorme dispiegamento di forze e di energie, l’unica certezza che ci resta è, appunto, quella di un mistero irrisolto, e siamo ancora al punto che: o si crede a qualche tesi per fede (i credenti), o si nega tutto a prescindere (gli atei), oppure ci si arrende in attesa di “tempi migliori” (gli agnostici). E probabilmente, come umanità resteremo a questo livello, o poco più avanti.

Ma è proprio su quel “poco in più” che ci è concesso che dobbiamo puntare. E' in quella direzione che va uno dei passi in avanti che dobbiamo riuscire a fare: riuscire a collegare il tema di quei due “noi” a quello della libertà, dei diritti e dei doveri da garantire all’uomo.

Quasi mai quelle tre posizioni a cui siamo giunti sono riuscite ad affrontato il tema del dentro e del fuori collegandolo al “problema” della libertà e dei diritti e doveri gestiti in modo separato. Quello che manca è questo collegamento: avvicinare il dentro e il fuori dell’uomo partendo da ciò che intendiamo per libertà distinta per queste due parti, e gestirlo in modo duale.

Il tema riguarda il come ci poniamo di fronte al nostro essere interiore, al come siamo dentro, e cosa vorremmo essere, ed al come siamo fuori e come vengono stabiliti i diritti e i doveri di libertà per queste due queste parti.

Fino ad oggi abbiamo ritenuto sufficiente non diversificare. Abbiamo stabilito un concetto di libertà, e relativi diritti e doveri, che valeva per l’uomo nel suo complesso. Una linea comune che è stata ritenuta sufficiente, e ogni spinta alla libertà e ogni necessità che le persone sentono come diritto intimo, viene intesa anche come un diritto che anche il corpo può e deve poter ricevere.

Purtroppo non è cosi. Ogni spazio di libertà stabilito in questo modo finisce, da un lato per essere troppo stretto per la nostra interiorità, per i suoi bisogni e le sue possibilità, e troppo largo per un corpo, molto più limitato, e che agisce in una comunità e nel mondo. Sono due livelli di libertà molto diversi, e non possono essere definiti e gestiti dalle stesse norme e da un livello culturale che tende ad appiattirsi su di esse.

L’intimo di ogni uomo e il suo corpo sono due mondi totalmente diversi. Convivono in uno stesso spazio e in un rapporto simbiotico di “collaborazione” in un mondo materiale comune, ma devono essere considerati e normati in due modi molto diversi.

Il salto di qualità illumanista dovrà essere anche questo: dividere culturalmente questi due livelli e gestirli in modi separati fin dai primi anni di vita. Far crescere uomini in grado di pretendere libertà interiori molto superiori a quelle attuali, ma far crescere anche uomini consapevoli di non avere un corpo in grado di gestire gli stessi spazi e le stesse libertà; perché, se una mente può vivere autonomamente spazi di libertà psicologici immensi, il corpo è molto limitato, specialmente ogni volta che viene a contatto con altri uomini e in ogni ambito materiale. Il corpo non può, e quindi non deve, poter fare tutto quello che deve, può e dovrebbe poter fare la mente, ogni singolo uomo nel proprio privato; anche usando il proprio corpo, quel “poco” che questo strumento può consentirgli.

Pertanto, un rapporto tra il dentro ed il fuori da riconsiderare totalmente. Un rapporto da ricondurre ad una concezione dualista oggettiva molto diversa, sia rispetto ai diritti che ai doveri/poteri, e di conseguenza al concetto di libertà ed al paradigma esistenziale.

E questo indipendentemente da qualsiasi posizione esistenziale che ognuno intenderà sostenere, perché questo può essere un concetto applicabile indipendentemente da ciò in cui si crede.

Oggi, questo appiattimento ha raggiunto livelli altissimi, persino preoccupanti, e viene alimentato da un sistema di falsi miti, come quello del benessere e della felicità intesi come diritti, e questo prescindere da tutti i problemi che questo comporta sia per i singoli individui che nei rapporti con gli altri e la gestione delle società.

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