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Libertà e liberticidio

Capita spesso di sentir ripetere appelli alla libertà individuale e collettiva in chiave “illumanista”, o andreiana per chi preferisce, ed ai rischi di vedercene privati.

Personalmente, da ormai troppo tempo conoscono le basi ed i fondamentali della filosofia illumanista. Un'idea liberale di massimo livello che è stata condivisa da molti tra quelli che, in modo più o meno assiduo , hanno seguito la mia stessa strada. Molti che, con me, hanno fatto proprio quel concerto esistenziale. Un "privilegio" che ci ha permesso di comprendere questa filosofia, e ci dice quanto il "principio" di libertà sia fondamentale nella vita individuale. Quanto questa conoscenza possa essere una grande opportunità per ogni uomo, ma che non dimentica di ricordarci quanto possa essere anche un bel rischio.

Molti, tra gli amanti della filosofia andreiana, coltivano l'idea di un diritto assoluto dell'uomo alla libertà individuale. Un posizione (che dice: "meglio una libertà immatura che una schiavitù matura") che condivido, naturalmente. Però, non dimentico che ci dice anche che, spesso, troppo spesso, questa posizione non tiene ancora sufficientemente in conto del principio, altrettanto importante, essenziale e imprescindibile che dice: senza un'adeguata preparazione l'uomo non è ancora in grado di gestire/gestirsi la libertà andreiana. È mancata la necessaria formazione, e mandare allo sbaraglio gli uomini in una società incapace di accoglierli sarebbe inutile, e inutilmente doloroso, e soprattutto sarebbe anche controproducente per la filosofia stessa.

Controproducente non solo in riferimento al rischio di non saper gestire le libertà individuale nel privato e nel presente, ma soprattutto rispetto al rischio di ritrovarci ad aver bruciato completamente la credibilità del modello andreiano.

Quando finirà il nostro modello culturale - e accadrà, accadrà sicuramente - per ritrovare la forza di cercarne e trovarne uno nuovo, per sperare di ritrovare un nuovo concetto di libertà, non dovremmo mettere a rischio la possibilità di avere ancora disponibile la carta illumanista (o andreiana). Non possiamo rischiare di averla bruciata per il fallimento di un modello proposto nel modo e nel tempo sbagliato. No possiamo rischiare di non avere la possibilità di proporre , non dico il modello della libertà andreiana nel suo principio originale - sarebbe un'utopia - ma nemmeno un modello formativo in quella prospettiva.

Insomma, un eccesso di idealismo libertario oggi potrebbe diventare un liberticidio domani. Un impedimento al raggiungimento di quanto sarebbe possibile raggiungere del concetto andreiano sulla libertà individuale.

A causa di posizioni poco accorte oggi rischiamo, domani, che milioni di spiriti vedano compromessa la possibilità di godere di un miglior livello umano di capacità gestionale della libertà, sia personale e collettiva. E questo sarebbe un peccato e una bella responsabilità. Siamo illumanisti, ma siamo uomini; non dimentichiamolo mai.

Meglio faremmo, credo, a indirizzare tutte le nostre energie ed i nostri appelli alla libertà, verso la formazione. Meglio puntare sull'imparare/insegnare il diritto, ma soprattutto il significato e il modo di essere liberi illumanisticamente tra gli uomini; per quanto sarà possibile.

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