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Superare e non ridurre

L’Illumanesimo può assumersi il compito filosofico di superare il dualismo ontologico platonico, quello che divide tra immanenza e trascendenza. Non unificandoli, ma aggiungendovi un terzo stadio, quello dei sensi, dei significati.

Uno stadio della realtà dove sia le cose che le idee trovano una collocazione e un valore ulteriore rispetto a quello materiale. Un luogo del pensiero dove idee e cose trovano un ulteriore “luogo” di giudizio rispetto a quelli classici intorno all'esistere e al dove e al perché esistere nella realtà. Un giudizio sui valori, sui sensi, che può essere espresso sia singolarmente, cioè dal singolo individuo che le incontra e le giudica, sia in modo collettivo attraverso la cultura sociale, umana condivisa. Un processo che avviene sempre in proporzione, sia al livello individuale che a quello collettivo nei diversi ambiti umani.

Il risultato di questo nuovo livello di approccio alla realtà diventa non solo un giudizio in luce platinica del mito della caverna, fonte principale di tutte le realtà parziali, ma un superamento dei quattro stadi: congetture, credenza, ragione matematica, e intelligenza filosofica. Un’operazione individuale, e collettiva, che permetta di assegnare, di raggiungere un senso sia sulle idee che sulle cose reali. Un nuovo livello di giudizio su quelle che per Platone erano le cose illuminate dalla luce, nonché sulle ombre delle cose, quelle proiettate sul fondo della caverna.

Collocazione più ampia, che diventa la vera, e più completa valutazione della realtà materiale, dove il corpo, quello che per Platone era la tomba dell'anima, illumanisticamente diventa il carro della conoscenza della realtà. Il mezzo su cui salire, e dal quale, attraverso il quale poter operare nel mondo e giudicare tutto il fuori di noi.

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