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I ribelli ai margini

La vita ci insegna, e la storia ci conferma, che i giovani tendono a porsi sempre come contestatori della società in cui nascono e crescono. Dal canto suo la società, da un lato fa di tutto per farli crescere quanto più omologati possibile, e dall'altro sa accettare le loro intemperanze perché sa anche che, di solito, più riescono a sfogare la loro pretesa di cambiare da giovani più, più da adulti, riusciranno a portare nella società cambiamenti in linea con le necessità della società stessa.

E’ un processo che si ripete sempre per la maggioranza di quelli che, da giovani, aderiscono ai tipici movimenti giovanili che chiedono di cambiare. Poi ci sono i rivoluzionari veri, quelli che sanno lottare anche da adulti, e quelli sono gli unici rivoluzionari veri, i ribelli veri, ma soprattutto gli unici coerenti con le loro idee.

Questo ci dice molto sui, seppur pochi, rivoluzionari di oggi. Saranno gli adulti di domani, e se tutto sarà rispettato nella direzione di cui sopra, “temo” saranno quelli che cambieranno la società nella direzione che la società pretende. Quindi, l’unica speranza che ci rimane per cambiare questa disperata società è quella che a farlo siano i tanti che, oggi giovani, si tengono ai margini di ogni contestazione. L’Illumanesimo, in fondo, non è poi un’idea ai margini?

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