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I paletti

Questa riflessione prende spunto dalla notizia ( che non è certo la prima e non sarà nemmeno l’ultima) delle due scimmiette alle quali, in Cina, sono stati inseriti geni umani nel cervello. Secondo il dott. Bing Su , con una operazione transgenica portata avanti da diverse università e diretto dall'Istituto di Zoologia di Kunming, avrebbero raggiunto il risultato di rendere i due primati intellettivamente più simili all'uomo. La cosa ha scatenato immediatamente polemiche intorno al “problema” etico, ed ha immediatamente diviso il mondo scientifico.

Da un punto di vista illumanista la cosa andrebbe, invece, valutata rispetto a parametri un po' diversi da quelli di tipo etico classico. Infatti, da un punto di vista illumanista la questione transgenica non ha nemmeno molto senso, e ogni passo che la scienza compie nella ricerca e nella conoscenza è sempre una elemento positivo dal quale l’uomo può trarre beneficio.

Il problema etico resta un problema secondario rispetto a quello del principio di conoscenza, e in questo rientra anche quello della manipolazione genetica, della materia. Il chi da origine al mezzo utile a questo fine, l’uso e le modifiche che di questo, e di ogni altro elemento della materia, si possono effettuare sono aspetti secondari rispetto a quello della necessità di un contesto quanto più diversificato possibile dove poterlo realizzare. Pertanto, se un problema può derivare dall'utilizzo di tecniche transgeniche, comprese quelle della manipolazione genetica sull'uomo e sugli animali, non è certo quello della modificazione delle possibilità di intervento sulla qualità della vita, sulla sua origine e relative metodologie, o sulla modificazione delle differenze tra generi diversi, ma piuttosto intorno al rischio di appiattimento della varietà della vita, e con questo l’annullamento delle diversità; soprattutto all'interno della specie umana.

Questo, per noi, deve diventare uno dei maggiori, il maggiore dei pericoli a cui prestare attenzione. Un problema ancora sconosciuto dal dibattito in merito alle problematiche etiche, ma che servirà affrontare con determinazione quanto prima, mettendo in campo urgenti, precisi, e ben chiari paletti che impediscano questo rischio. Rischio molto concreto, e nemmeno troppo difficile da realizzare.

Qualcuno potrebbe chiedersi cosa c’entrano le due scimmiette con tutto questo. Purtroppo c’entrano, non tanto perché pongono quel problema etico di cui tanto si discute, ma proprio perché intorno a iniziative di questo tipo mancano totalmente questi paletti. Ogni iniziativa viene subita, e discussa, partendo da presupposti che sembrano andare in direzioni molto diverse da quelle sopra indicate, e le conclusioni e le iniziative che eventualmente regolamenteranno questa branca della ricerca risulteranno inefficaci a quel fine.

Culturalmente la base sulla quale definire questi paletti sarà la cosa più difficile da accettare. Ma ci proveremo in un successivo intervento.

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