top of page

L'Italia, il paese degli esperimenti sociali.

Gli italiani, pur non sapendo ancora autogestirsi la libertà, sia individuale che sociale, per decenni sono stati lasciati allo sbando.

Figli di questo passato, appena arriva qualcuno che, per necessità riprende in mano le "redini " decisionali gridiamo subito al fascismo. È un retaggio ormai genetico, figlio del ventennio da un lato, e del martellamento delle sinistre dall'altro, e che scatta in automatico anche di fronte a situazioni e decisioni lontanissime da quel rischio. Siamo diventati così paurosi che, per difenderci definiamo questo atteggiamento persino un " valore ".

Fin qui siamo nella normalità psicofisica, che trasforma i condizionamenti in valori anche quando sono solo riflessi di paura.

Ma in questo errore c'è di più e di più pericoloso. Se continuiamo in questa direzione sarà sempre più difficile uscirne, e rischiamo persino di fare il gioco di qualche pazzo che si illudesse di "provarci" veramente, a tornare indietro di cent'anni. Cosa oggi difficilissima, impossibile, anche perché la dittatura tecno-finanziaria ha ormai solidamente occupato quello scranno.

Allora come se ne esce?

Non certo continuando a gridate al lupo al lupo. Probabilmente l'unica via d'uscita è insegnare a vivere la libertà. Quella vera, quella individuale e responsabile, senza i tabù prodotti del catastrofismo sia religioso che culturale, quelli che ci hanno portato a diventare tutto ciò detto sopra.

Se ci liberiamo di quei tabù, solo se ci liberiamo di quei tabù l'Italia può ri-diventare ciò che siamo sempre stati, il paese degli esperimenti sociali avanzati.

Insegnare la "libertà" illumanista è, probabilmente, l'unica via in grado di liberarci veramente da questo labirinto di paure e false guide interessate.

bottom of page