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Cari “filosofi”

ormai è giunta l’ora di avere coraggio, e abbandonare i timori del cambiamento. E ormai urgente abbandonare parte sia dell’Illuminismo che dell’Umanesimo, ma anche l’analisi sociopolitica di sola denuncia e quella socioeconomica che nessuno degli attori dominanti del nostro tempo prenderebbe mai sul serio; troppo intenti ad alimentare le loro posizioni.

Ormai, nessuno dei due pensieri è più sufficiente a se stesso, e nemmeno quelli che vengono definiti “il nuovo”, sia un eventuale NUOVO Umanesimo che un NUOVO Illuminismo potrebbe sperare di essere veramente utili ad una umanità che sta, purtroppo e insensatamente, correndo verso un futuro prossimo dove i due pensieri non possono più essere utili, nemmeno se riqualificati. Da soli, ne un NUOVO Umanesimo ne un NUOVO Illuminismo potrebbero essere bastanti ad una umanità che chiede e reclama qualcosa di molto diverso.

E’ necessaria, quindi, un’alleanza tra due pensieri, ormai deboli, per dar voce a un nuovo linguaggio e ad u nuovo paradigma socio esistenziale. Quello si nuovo e forte.

Sono convinto che serva riformulare un pensiero che sappia prendere quanto di buono c’è sia nell’Umanesimo che nell’Illuminismo, per dar vita a un’alleanza, sicuramente inedita, NUOVA, veramente nuova, ma l’unica in grado di ridare forza e speranza ad una umanità in forte sofferenza. Un’umanità ormai debole, ma sicuramente ancora in grado di riscattarsi. Possiamo farlo. L’uomo è ancora in grado di darsi un pensiero che sappia dare risposte sia alla necessità di cambiamento che di riscatto. Ma serve questa alleanza, un coraggio filosofico, unito alla necessità di cambiamento che cova nell’uomo addormentato dentro un sistema ormai unicamente economico.

Il nome che abbiamo dato, Illumanesimo, è puramente indicativo. Dategli il nome che credete inventatevene uno vostro, ma l’importante è che iniziamo a dargli forma concreta.

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