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Gli uomini giusti

Le società possono essere guidate in molti modi e da uomini molto diversi. Né degli uni né degli altri è facile e possibile definire il migliore o il peggiore, perché la "scelta" può dipendere da molti fattori, e soprattutto non è detto che il sistema democratico sia tra quelli "meno peggio". Soprattutto se gli uomini scelti non sono/saranno scelti in base a criteri diversi da quelli utilizzati per le democrazie del nostro tempo.

Ma quali dovrebbe essere questi criteri diversi?

Prima di tutto dobbiamo ricordare che nella maggioranza delle comunità umane il problema non si pone proprio. Ben altri sono i "criteri" attraverso i quali si prendono le redini di intere comunità; di ogni tipo, dimensione e tipologia. Persino all'interno di molte "democrazie" la maggioranza delle comunità che le compongono scelgono i propri leader con metodologie dittatoriali e più vicine alle esigenze di conservazione di sé stesse e di interessi privati e di parte, che in base a modelli "democratici". Poi ci raccontano altro, e in troppi ci credono, ma questo è un altro discorso e problema.

Pertanto, sono convinto che siamo tutti d'accordo che anche la democrazia intesa come avviene oggi sia un sistema tutt'altro che ideale. E se la dovessimo valutare in termini illumanisti non possiamo nemmeno dire che sia il contenitore ideale dentro al quale riuscire e far crescere nuovi criteri di scelta.

In termini illumanisti il termine di paragone dovrebbe essere la possibilità data da chi dirige ad ogni individuo di viversi in funzione delle proprie necessità interiori, e ognuno avere la responsabilità e il dovere di concedere ad ogni proprio simile stesso diritto fino al limite massimo possibile in una comunità.

Ma dare, oggi, la capacità di viversi quelle necessità, e di stabilire quale sia questo limite è la cosa più difficile da stabilire collettivamente e la maggiore sfida futura; indipendentemente da qualsiasi sistema avremo.

Ecco che gli uomini giusti sono quelli in grado di avvicinarsi quanto più possibile a questa qualità.

Gli uomini giusti sono quelli in grado di anteporre gli interessati dei singoli a quelli di ogni interesse collettivo all'interno di norme condivise.

Ecco che oggi, in base a questi utopici criteri, la democrazia è un sistema tra i più improbabili per riuscire a portare alla guida uomini che corrispondono a quella descrizione. Per assurdo, persino un dittatore potentissimo potrebbe più facilmente avvicinare il proprio dominio a quei criteri, di uno debole o di una democrazia. Correrebbe meno rischi da una società di persone prese dalla realizzazione del proprio privato di quante ne corra una democrazia usata da uomini alla costante e perenne necessità e obbligo di soddisfatte ormai quasi esclusivamente quelli collettivi e settari.

Gli uomini giusti diventano così non quelli che ci scegliamo, ma saranno quelli che, indipendentemente dal sistema di scelta con il quale andranno al "potere", avranno, formato o innato, l"'interesse" reale alla crescita di individualità forti e la definizione di quei limiti, possibilmente condivisi.

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