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Temo

Temo che la situazione sia persino più grave di quella prospettata da Paolo Ercolani sull'Espresso.

Infatti, il rischio insito nella capacità del sistema capitalistico di cui parla Ercolani è, a sua volta, figlio di una causa ben più grave. Quella della capacità di trasformazione, ma sarebbe più giusto chiamarlo adattamento, della forza della mente rispetto alla parte umanizzante, alla parte Umanista, quella che consente alla nostra parte animale di elevarsi e ci consente di definirci uomini. La capacità della mente di chiudersi intorno ai modelli dominanti.

Infatti, la mente si adatta in modo troppo veloce al sistema sociale, ed a seguito di questa capacità di adattamento si chiude in modo molto veloce intorno alla sua tendenza conservatrice. Questa chiusura impedisce, in modo crescente, esponenziale, il contatto con la parte umanista, umanizzante. Questa chiusura riguarda sia chi stà dalla parte dei favorevoli a mantenere in vita il modello attuale, ma, purtroppo, anche di quelli che lo vorrebbero cambiare. Una chiusura che non è nemmeno facile da riconoscere direttamente. Quasi sempre la si può misurare solo rispetto ai disastri a cui porta. Disastri che, nel momento storico in cui siamo immersi, di tipo materialista spinto all’estremo, e da quello tecno-economico/finanziario portati all’estremo, non possono che essere legati a questi due modelli.

Ecco che, da un punto di vista illumanista, la problematica futura da tenere sotto osservazione dovrebbe essere legata meno agli effetti, e più alle cause legate alla crescente distanza dagli aspetti umanisti. Distanza che oggi coinvolge tutti, anche quelli che promuoveranno un cambiamento, ma che rischia di non portare a niente di buono perché non affronta le vere cause.

Un tentativo per cercare di mettere un argine, un tentativo di riscatto sociale dai “problemi” a cui accenna Ercolani li stiamo osservando già in questi giorni in varie parte dell’occidente. Ma questo non illuda nessuno. Anche una riscossa, una vittoria dei più rispetto ai meno, rispetto all'alite finanziaria dominante, sia la soluzione a quella chiusura della mente. Nessun movimento sociale, per quanto vincente, anche se proviene dal basso, e che riuscisse a spazzar via in modo definitivo il sistema oggi dominante, che riesca perfino a neutralizzare la capacità distruttrice erigenerante del capitalismo, sarò in grado di riportare in auge una più accettabile direttrice umanista, se non sarà accompagnato da un movimento filosofico/culturale in grado di riformulare il paradigma esistenziale in cui ci siamo, per fortuna io credo solo temporaneamente, incastrati.

Questo lo possono assecondare solo i filosofi umanisti; ma solo quelli che, da un lato riusciranno a immaginare un Umanesimo ben diverso da quello originario, e dall’altro sapranno coniugarlo con i “valori positivi”, che ci sono, dell’Illuminismo, e del progresso scientifico e tecnologico che ormai abbiamo a disposizione. Conquiste dalle quali sarebbe, oltre che stupido, impossibili tornare indietro. Da un Umanesimo che sappia ridare dignità a un’ontologia più profonda, che sia in grado di “ripescare” nuovi valori da sotto quella mente che oggi si è chiusa. Questo perché la situazione può essere recuperata, e quando la mente sarà ri-ammorbidita sarà supportata da generazioni di individui molto “migliori” di quanto, oggi, ci possiamo immaginare.

In tutto questo non ho parlato della politica, perché nessuna politica degna di questo nome è possibile con una mente come quella che si è andata creando a seguito del tipo di cultura da cui proveniamo.

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