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Il pensiero e il giudizio

“La vita non ha uno scopo specifico, ma è solo utilizzabile”, dicevo in un post precedente.

Se prendiamo per vera questa ipotesi, allora ci potremmo, e forse dovremmo anche chiedere come utilizzarla.

Forse è proprio perché abbiamo prestato più attenzione allo scopo che al modo di utilizzare la vita che, fino ad oggi, nessuno è riuscito a mettere in piedi uno “scopo” sufficientemente logico degno di essere preso in considerazione, e quindi minimamente condivisibile oltre le solite credenze.

Non vi sono riusciti i miliardi di uomini che ci hanno preceduto – e non perché fossero più stupidi di noi -. Non hanno risolto quel mistero, ma forse solo perché si sono accontentati di soluzioni e ipotesi più semplicistiche. Ipotesi che hanno finito per diventare credenze al punto di far abbandonare ogni necessità di giustificazione logica. Questo li ha portati a convincersi che uno scopo esistesse in se, e che il solo esistere di un corpo ne giustificasse anche uno scopo diretto.

Oggi, continuando in quella direzione, probabilmente non vi riusciremmo nemmeno noi, e nemmeno chi verrà dopo, se non riusciremo a cambiare non le “prove”, ma la prospettiva esistenziale.

Naturalmente, non è questa ne la sede ne il ruolo per avanzare ipotesi rispetto allo scopo, ma forse è possibile riformulare un’idea rispetto a come utilizzarla, e l’unico modo che non passi, o attraverso quel mondo fideistico, o attraverso un passaggio forse ancora troppo complesso per poter essere affrontato, passa attraverso l’ipotesi di un miglior utilizzo del corpo come strumento, e della mente, della sua capacità di osservare, valutare e giudicare la realtà grazie ed esclusivamente attraverso una "giuda personale", il pensiero.

Togliendoci dalla consuetudine di dover seguire necessariamente uno scopo, e concentrandosi su quella "guida, e sul modo più proficuo di utilizzare al meglio il mezzo di cui disponiamo, faremmo già un bel passo in avanti. Una parte dell’Illumanesimo è, per adesso, proprio questo. Obiettivo che può essere però raggiunto solo grazie a una profonda modifica del sistema formativo, dando agli uomini di domani gli strumenti per essere in grado di liberarsi dal giogo dello scopo.

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