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Come non condividere quell’elenco!

https://www.facebook.com/EticaMente/posts/2859453347427398

Io, illumanisticamente, aggiungerei:

Insegnare ai bambini ciò che sono, cioè prima di tutto individui con dei diritti, ma che quei diritti li hanno anche gli altri. Farli vivere quindi situazioni concrete in cui imparino a gestire e pretendere questo loro diritto, ma anche a riconoscerlo degli altri. Solo il vissuto di situazioni concrete aiuta più di mille teorie.

Insegnare ai bambini a pretendere di essere coinvolti nelle responsabilità sociali, a iniziare proprio dalla famiglia, ed a non delegare le loro scelte. La responsabilità e la responsabilizzazione sociale sono un diritto e un dovere imprescindibili per ogni individuo.

Insegnare ai bambini a riconoscere le sensazioni del proprio corpo rispetto alle situazioni che vivono. A fare di questa “capacità” una vera e propria abitudine, imparando anche a saper distinguere le parti astratte che ogni individuo esprime, ad iniziare dall’istinto a indagare e valutare le situazioni che vivono. Valutare rispetto a se stessi, e mai giudicare le scelte altrui, naturalmente.

Insegnare ai bambini a distinguere i propri pensieri e i propri interessi/bisogni da quelli che la società, per proprio interesse, cerca di imporgli.

Questi sono solo alcuni dei tanti altri punti che mi piacerebbe veder aggiunti a quell’elenco. Punti che derivano dalla convinzione che sia importantissimo mettere i bambini quanto più possibile di fonte a esperienze concrete fin da piccoli, e contemporaneamente metterli nella condizione di fare di queste esperienze un’abitudine, e con questo capire ognuno i propri punti di forza ma anche i propri limiti, senza barare con se stessi.

Quello che non mi “basta”, rispetto all’impostazione di quell’articolo, è quindi l’esclusivo riferimento alla famiglia. Purtroppo, nella nostra società, specialmente in questo periodo storico, la riappropriazione della responsabilità della crescita deve/dovrebbe ritornare “obbligatoria” non solo per la famiglia, ma anche per la scuola, liberandosi dal modello appiattito della formazione standardizzata, per l’informazione, obbligandosi e obbligandola ad assumersi le responsabilità che, in questo, come in molti altri ambiti, ha sempre rifiutato, La politica, ripensando la legislazione in questa direzione, ma soprattutto il mondo della cultura, con una presa di posizione più forte in questa direzione, diventando lo stimolo, un pungolo costante e fastidioso che spinge perché niente venga lasciato al semplice sviluppo spontaneo, ma si trasformi in un vero e proprio obbligo di tutte quelle parti. Tutte possono essere coinvolte, tutte devono sentirsi responsabili, e se serve tutte dovrebbero essere persino obbligate a svolgere il proprio ruolo.

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