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I nemici degli innocenti

Di nuovo, le cronache si sono dovute occupare della morte di un bambino piccolissimo a causa della barbara pratica della circoncisione clandestina. Va ricordato subito che, ad oggi, in Italia solo la Toscana e il Friuli hanno previsto la possibilità di praticare, e gratuitamente, la circoncisione in ambito sanitario. Non esiste una legge nazionale in merito, e il problema maggiore per realizzarla sta nel fatto che gli islamici praticano quel barbaro rito, assieme ad altri anche peggiori, nei primissimi anni di vita. Difficile, quindi, anche trovare medici anestesisti disposti a rischiare interventi non necessari sanitariamente in quella fascia di età. Evito altri dettagli, ma il problema intorno a questa pratica oltre a provocare diverse morti di bambini pone, almeno in Italia, anche un problema su come affrontare questa questione che ci è giunta in casa con le migrazioni.

Come sempre, di fronte a questo nuovo caso, ecco che scattano una miriade di prese di posizione. Il dibattito diventa subito animato, e ognuno porta la propria idea in merito. I più coraggiosi non ci risparmiano neppure le soluzioni. E’ uno scandalo, che tornino a casa loro! Grida il populista. E’ un diritto sacro-santo che non possiamo condannare, perché è un rito religioso! Sentenzia l’altro. Dobbiamo fare una legge per permettere che venga fatta negli ospedali, dice un terzo. No, la dobbiamo far fare nel privato, ma che sia un medico ad eseguirla, dice il permissivo. No, in Italia deve essere vietata perché è un rito ormai superato! dice il moderno. Insomma, le posizioni si sprecano, ed i midia si ingrassano di pubblicità e di bellissime discussioni intorno al cadavere della piccola vittima. Quello che sembra servire veramente è solo un po' di pazienza, e aspettare il prossimo morto. Tutto questo, e anche molto di più, è abbastanza normale, per una società che si trova di fronte a scontri culturali ai quali non sa nemmeno come approcciarsi. E tutto questo non è un segnale illumanista.

Ma quello che, almeno a me, fa gelare il sangue per la rabbia, non sono certo le diverse posizioni; ognuno è gusto che abbia ed esponga la propria. Quello che mi indigna sopra ad ogni altra cosa è il fatto che ha nessuno passa nemmeno la mente che il peggiore dei torti che quel bambino ha subito non è, forse, nemmeno la morte fisica, ma la totale violazione del suo diritto di essere umano. Il diritto a scegliersi, da adulto, il proprio stato. A nessuno passa nemmeno per la mente che i peggiori nemici di quel bambino sono stati, e sono, come per molti altri, per quasi tutti i minori in tutto il mondo, i genitori e il contesto culturale che l'avrebbe dovuto difendere, per consentirgli di crescere come soggetto, e non come prodotto della mente di chi lo ha tradito e ucciso. Nessuno si indigna per la violazione dei suoi diritti di individuo, non lo piangono per essere morto come vittima culturale ancor prima di morire fisicamente. In questa totale ignoranza, il problema intorno a cui discutere diventa, quindi, come poter continuare a garantire quel delitto culturale in ambito protetto, e non come condannarlo ed estirparlo a prescindere; indipendentemente anche dalla stessa morte e dalle sue cause.

Un mondo, il nostro, non da cambiare, ma ormai da radere culturalmente al suolo, e da rifondare completamente. Lo dobbiamo agli innocenti. Fino ad oggi non avevamo questa consapevolezza, ma adesso abbiamo i riferimenti culturali per poterlo sostenere e pretendere. L’impegnarsi per questo obiettivo dovrebbe diventare un dovere per chiunque si sia avvicinato all’idea illumanista. Lo dobbiamo agli innocenti, a tutti gli innocenti vittime, ancora prima di morire, per mano di chi dovrebbe difenderlo soprattutto culturalmente, prima che fisicamente.

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