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La ribellione

Spesso, per cambiare il mondo servono i ribelli. Ma, anche nei momenti in cui tutti capiscono, e sperano che tutto cambi , difficilmente i modelli formativi mettono in campo la loro "potenzialità " per agevolare la crescita di uomini in grado di ribellarsi veramente. È lo spirito di conservazione che prevale quasi sempre su quel bisogno e quella speranza.

Al massimo, come nel nostro periodo storico, si inizia a parlare ai giovani di cambiamento, e si incomincia a spronarli, in modo molto astratto. Ma niente di più.

Agli insegnanti spetterebbe invece il compito di insegnare, in modo concreto, alle ribellione, di insegnare ai giovani a ribellarsi in modo concreto ed efficace. Questo è possibile solo insegnando a ribellarsi motivando, in modo serio e ragionato, cioè come regola, ogni forma di comportamento diverso da quello mediamente conforista. Anche su questo, sull'abitudine a riconoscere ciò che ci caratterizza per poter essere definiti conformi al sistema sociale del momento ci sarà molto lavoro da fare.

Ma per restare al tema di questo post, solo le ribellioni accompagnate da una chiara motivazione, e finalizzata ad un progetto, hanno speranza di essere accettate, condivise e appoggiate da un numero sufficiente di uomini necessario a trasformarle in cambiamento reale. Ma soprattutto in grado di mettere il ribelle nella condizione di saper spiegare il perché e il fine dei propri comportamenti.

La formazione deve fare di più in questa direzione, perché è anche attraverso questo tipo di formazione che si arriverà a formare veri e validi riformatore illumanisti.

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