
Il disagio
Un articolo interessante che, in prospettiva del cambiamento verso il quali ci stiamo avviando, sottolinea un problema enorme, problema per il quale le cure sono solo strumenti di contenimento a valle del problema. Sicuramente è un problema diventato sanitario più per necessità che per vera strada per risolverlo. Ma spinto dal mio ottimismo illumanista, e cercando di salire di uno scalino dell’analisi, dico che mi pare una buona descrizione di una realtà che potrei racchiudere in una frase: E’ uno dei passaggi purtroppo “necessari” per costringerci a renderci conto di quanto società, in particolare quelle occidentali e “moderne” come la nostra, siano sbagliate. Senza questa “costrizione, per quanto dolorosa e problematica, sia per i singoli che, in prospetti, a livello sociale, temo che in troppo breve tempo diventerà un problema collettivo, e rischiamo di non riuscire più a gestirlo come sarebbe giusto e possibile: iniziando a cambiare il modello sociale in molti ambiti. Il manifesto dell’illumanesimo li racchiude quasi tutti.
Infatti, le sfaccettature di questo problema, purtroppo, non si limitano a problemi come la depressione, i disagi personali persistenti, ma si riflettono su tutta la società portandola a non funzionare più come collettività, e questo avviene sempre di più in modo inconsapevole. E si finisce per curare i sintomi dei singoli e mai le cause. Ancora, il massimo della presa di coscienza è: le nostre società sono le meno peggio, Perché cambiare? E questo ci porta a smettere di cambiarne anche gli aspetti che potremmo cambiare, che poi sono quelli che portano a quei problemi.
Rendersi conto di questo è la cosa più difficile, perché la paura di cambiare ci fa vedere il nero del breve periodo, e mai la luce di cui potremmo beneficiare nel lungo. Sta a noi decidere il tempo che servirà. Ma anche qui mi “sorge un dubbio atroce”: ma simo pronti, e se si, saremmo capaci di cambiare in meglio? I “professionisti” ai quali abbiamo affidato la guida delle nostre società, anche in ambito sanitario, se decidessero di cambiare in che direzione tenterebbero di spingerci? E questo non è di secondaria importanza.