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È morto il punto interrogativo.

E con il punto interrogativo è morto il paradigma esistenziale, e le ancore della vita.

Dio è morto, ci dice Nietzsche. Poco male, la morte di un dio antropomorfo, creato a immagine e somiglianza dell'uomo, prima o poi non poteva che andare alla deriva. E con lui si va disgregando anche il comodo appiglio creato a nostro uso e consumo psicologico, politico ed economico. E anche questo è poco male.

Il problema è che con lui muore ogni riferimento esistenziale, e persino la necessità di dotarsi di un seno della vita. Muore il bisogno di dare un senso alla propria esistenza, e muore qualsiasi riferimento all'anima, ai valori e alla necessità della nostra mente di esprimere i personali bisogni psicologici "alti" e l'interrogazione individuale.

Prima dell'avvento scientifico come dogma il tema esistenziale e le sue conseguenze erano decisi dalle religioni. Oggi, che i giovani vivono un rapporto con la vita in modo totalmente diverso, anche se nella realtà del loro profondo sarebbero molto migliori, finiscono per restare disorientati, e se gli parli di paradigma esistenziale in molti, troppi devono prendere in mano il telefonino e interrogare il nuovo dio della rete per capire di cosa si tratta.

E il risultato che gli viene offerto finisce per fargli credere, o che gli sti parlando di religione e di quel dio, o che gli stai parlando del niente, del nichilismo, dei nichilismi scientifici.

Insomma, un paradosso dal quale è difficile uscirne. Un approccio esistenziale difficile da gestire, e difficilmente risolvibile fino a quando il concetto di "senso della vita " non tornerà in vita e non tornerà ad essere il fulcro di un modo nuovo di cercare e applicare i bisogni "dell'anima". Bisogni che non sono ne religiosi ne scientifici, ma prima di tutto sono bisogni interiori che interrogano se stessi. Un mix di bisogni di conoscenza e crescita personale. Un mix di bisogni illumanisti.

Gli uomini non sono stati mai lasciati liberi di darsi una risposta diversa da quelle "ufficiali. Sul paradigma esistenziale anche la filosofia ha finito per abdicare a quella deriva, ed ha espulso dalla discussione ogni metafisica che non preveda il parlare di quel dio e di quel tipo di anima . Il risultato è quello di un lungo periodo di delusioni, di cadute di affidamento a qualcosa che ha perso ogni forza e ogni capacità di sostegno psicologico, e che ha finito per coinvolgere anche ogni valore e ogni riferimento esistenziale, e relativi bisogni.

E siamo finiti in un mondo di interrogativi da ricostruire.

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