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La mente ed il complessivo

Io sono ottimista a lungo termine (è un dovere “filosofico” al quale non rinuncerò nemmeno in punto di morte ), ma questo non significa che nel breve sia della stessa opinione.

Quell’ottimismo sul lungo periodo non sarà possibile verificarlo, e quindi meglio lasciar perdere.

Nel breve periodo faccio più fatica ad essere ottimista. Infatti, l’uomo moderno ha fatto un salto in avanti, in termini tecnologici, in quelli economici e sociali che mai aveva saputo fare in passato. Mai in tempi così rapidi, ne in modo quantitativo ne qualitativo.

Siamo stati capaci di fare un salto in avanti molto forte anche in campo culturale, e infatti mai, l’umanità, aveva raggiunto un livello di istruzione e conoscenza media così alta. Però, il punto dolente rispetto a questo cambiamento è che la nostra mente non è ne abituata ne in grado di adattarsi in così poco tempo a tutto questo, e tanto meno è e sarà in grado di gestire in modo controllato la complessità che tutto questo cambiamento ha realizzato.

Infatti, molti dei cambiamenti non sono la conseguenza ed il frutto di un processo di miglioramento intellettivo complessivo che si è sviluppato a monte, e che in parallelo ha modificato tutto il sistema che oggi abbiamo. Tutti i cambiamenti sono il frutto di singoli e parziali modificazioni specialistiche. Molte di queste anche molto di nicchia, tutte molto spinte, e ognuna, nel proprio ambito, capace di offrire specializzazioni anche molto utili e di forte impatto sociale, culturale e psicologico. Il problema di cui poco si tiene conto è che tutte queste singolo specializzazioni che si sono sviluppate hanno dato vita ad un tipo di cambiamento complessivo molto più ampio, così ampio che la mente dell’uomo non è in grado di gestire. Abbiamo pensato che per farlo bastasse la tecnologia, alla quale abbiamo delegato questo delicato compito, ma è un’illusione, ed è sempre più evidente che questa delega è pericolosa ed ha già iniziato a causare grossi problemi umani.

L’aver pensato che bastasse affidare alla tecnologia ed alla scienza ciò che non siamo capaci di gestire con la mente è stato un grave errore. Illudersi di risolvere il problema dei nostri limiti e dei problemi che ci si pongono di fronte attraverso dei surrogati artificiali rischia di far peggio del male stesso, perché ci mette nelle mani di un’illusione pericolosissima. Purtroppo, a quel livello ne la tecnologia ne la scienza, nemmeno se alleate, nel breve periodo saranno in grado di tenere in considerazione le esigenze dei singoli, ne dei limiti dell’uomo e della sua mente. Abbiamo dato vita ad un mostro che la mente non riesce più nemmeno a vedere e controllare, e che solo nel lungo periodo, attraverso un suo rafforzamento, riusciremo a riportare quel livello “sotto” l’uomo. Ma di tutto questo non possiamo affidarne la soluzione ad un mostro digitale. Un mostro del quale anche le grandi menti del particolare finiscono vittime del complessivo.

Si, anche la scienza e la tecnologia, assieme ad un processo formativo in prospettiva illumanista, nel lungo periodo contribuiranno a salvarci dai disastri del breve periodo, ma riusciranno a farlo solo quando le menti saranno pronte, e non prima.

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