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Filosofia e Illumanesimo

Il prof. Antonio Coratti ripropone, al prof. Antonio Martone il tema del ruolo della filosofia rispetto ai cambiamenti che - come in molti ormai riteniamo - sarebbero necessari in questo nostro tempo, o almeno in un futuro abbastanza breve.

La risposta di Martone, riprendendo un suo articolo
pubblicato sulla rivista on-line l'indifferenza.info, parte dalla frase di Marx: “I filosofi hanno variamente interpretato il mondo, ma si tratta di cambiarlo”.

Già! Si tratta di cambiarlo, dice il vecchio Marx. Ma il mondo, almeno in occidente, lo cambiano uomini diversi da quelli oggi in giro. Prima devono cambiare gli uomini. E questi arriveranno solo quando cambierà la formazione, e l'idea che oggi abbiamo di questo delicato periodo della vita degli uomini, che precede il tempo della filosofia.

Come avevo già detto in un precedente scritto:


"Se la filosofia vuole riconquistare il ruolo di stimolatrice del cambiamento, se vuole cambiare il mondo (come ammoniva Karl Marx), oggi, da oggi farà bene a concentrarsi di più, e in modo più incisivo, sulla formazione. Non che non lo abbia fatto fino ad oggi, ma dati quei cambiamenti di cui sopra, deve trovare il modo, la forma e il coraggio di fare di più, e forse di più concreto, prima di tutto in quell'ambito. Il mondo si cambia con le cose concrete."

Lo so, per i filosofi che hanno questa ambizione ( ma veramente ce ne sono di disposti a esporsi fino dove servirebbe? Se qualcuno me li presenta gliene sarò molto grato) , è frustrante ammettere "l'impotenza", anche se temporanea, della loro "arte". É difficile ammettere che la filosofia, da sola, anche mettendo in campo tutta la sua potenza , non sarebbe sufficiente. Purtroppo non lo sarebbe. E non lo sarà fino a quando non potra disporre di giovani diversamente formati e diversamente disposti a diventare guerrieri del cambiamento. Il nemico, poi, se lo sapranno scovare loro. Oggi abbiamo giovani molto più predisposti a questo ruolo. Solo che sono inseriti in un sistema socio/culturale che li imbriglia e li annulla così bene da farli sembrare totalmente incapaci per quel ruolo. Invece sono solo inebetiti da un sistema che se ne nutre e li svuota. Il ruolo della filosofia non può limitarsi a quello di liberarli, ma quello di evitare che continuino a restarne vittime. Questo è il primo compito della filosofia.

Pertanto, oggi i filosofi, diversamente dal passato, hanno di fronte una sfida diversa da quella classica. Oggi, prima di tutto, hanno il compito cambiare il mondo della formazione, e solo dopo di cambiare il mondo. Poi lo potranno fare assieme ai nuovi giovani uomini di domani. Fino ad allora sarà possibile solo continuare a fare filosofia per conoscere, e nessuna guerra con il mondo sarebbe sensata.

L'Illumanesimo deve saper aspettare quel tempo. Questo perché gli uomini di oggi, giovani o vecchi che siano, filosofi o non, riusciranno a vederlo solo come un'utopia, e non riusciranno a vedere quelle parti che saranno realizzabili; perché, come tutte le utopie, anche di quella illumanista solo parte diventerà cultura esistenziale accettata e condivisa.

Oggi la filosofia deve mettere in campo le sue "FFF" Filosofia, Forza e Formazione.

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