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Il Covid19 ci rallenta

Diversamente da quanto si potrebbe pensare, il malcontento che sale nella società del 2020 a causa della pandemia da Covid19 non è uno dei segnali della necessità di cambiamento che qui andiamo cercando e sottolineando. Quel malcontento, quel forte bisogno di uscire da una situazione così difficile che pervade la stragrande maggioranza delle persone è, sicuramente, più un segno della crescente difficoltà dell’uomo di oggi a sopportare e reggere le difficoltà della vita che un segno di bisogno di cambiare il tipo di società. Più che una forza, più che una spinta al cambiamento verso l’Illumanesimo è un segno di grande debolezza psicologica. Una debolezza che oggi, molto più di quanto non accadeva alle generazioni passate, la minima difficoltà fa cedere le menti, e può far apparire i contestatori come dei veri rivoluzionari, come i più coraggiosi ed i più forti” di fronte ai pericoli ed alle ingiustizie.

Ma al di la di questo, che è perfettamente umano e comprensibile in questo momento storico, ed è anche quanto prevedibilmente ci si può aspettare dal tipo di umanità che abbiamo fatto crescere. Questi tempi, questi fatti e queste falsi eroi del cambiamento non sono un segno di quel tipo di spinta, e non stanno amplificando quelle necessità di fondo che l’uomo della nostra epoca iniziava a manifestare. Nella stragrande maggioranza dei casi sono persone che esprimono quel segno di debolezza, di paura del cambiamento, e della necessità di ritornare quanto prima all’abitudinario, al vivere nella più totale stagnazione. Anche un raffreddore può bastare per farci andare in difficoltà, e allora c’è chi grida al catastrofismo, chi alle privazioni di ipotetiche libertà ( della quale poco o niente ci era ormai rimasto ben prima di questo momento). C’è chi impreca contro qualsiasi norma indipendentemente da ogni ragionamento logico, o anche solo sensato. Chi, in un sistema totalmente disastrato che riesce ormai solo a contare soldi e bit, vede capacità di grandi complotti sovranazionali, ma che nella realtà non riuscirebbe nemmeno a pensare come unire due uomini intorno a un’idea che non preveda un conto in banca o un telefonino nuovo. In questo, anche quelli che chiamano complottisti sono, credo, persino troppo generosi nei confronti dei loro simili, sopravvalutando persino ciò che non hanno.

Il cambiamento che porterà all'Illumanesimo non è un bisogno stimolato dalle paure. La forza che porterà a cambiare verso qualcosa di migliore è una forza della coscienza, dell’etica, della “spiritualità” da ritrovare, della giustizia individuale e poi collettiva ( e non viceversa). Il tempo in cui questa pandemia ci sottopone a dure prove non credo avrà grande utilità rispetto a quel percorso. Anzi, data la tendenza della maggioranza delle persone di fronte a questo tipo di difficoltà, a chiudersi in una serie di difese e di certezze, rischia persino di rallentare quella spinta.

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