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Il 6° punto

 

6 - Riconoscimento del valore dei modelli formativi finalizzati, prioritariamente, alla crescita dell'individuo, e solo in subordine a quella del cittadino.

Il compito della formazione del futuro sarà quello occuparsi molto di più, e prioritariamente, della crescita individuale. Dovrà essere maggiormente curata la crescita caratteriale, la capacità critica, quella psicologica, la capacità di riconoscere, prima e meglio, le inclinazioni e gli interessi individuali utili a indirizzare le scelte dei singoli in ambito sociale. Dovrà, più di quanto non si faccia oggi, cercare di rafforzare l’autostima e la propensione a porsi degli obiettivi, sia esistenziali che sociali, ed a riconoscere e accettare i propri limiti. Insegnare e gestire, meglio e al meglio, ognuno in proporzione alle specifiche possibilità psicologiche e fisiche, le emozioni, gli stress e le loro cause. Insegnare a riconoscere con maggiore capacità critica, e obiettività individuale, i pericoli insiti nei modelli sociali nei quali andranno a vivere. In tutto questo dovrà essere particolarmente curato l’insegnamento della capacità, della necessità, e della forza necessaria a consentire gli stessi diritti a tutti gli altri.

Insomma,una scuola che sappia indirizzarsi verso modelli formativi più individualizzati. Che si antepongano, senza naturalmente escludere quelli finalizzati alla formazione di tipo nozionistico tradizionale - conoscenza indispensabile a un corpo per vivere e“mangiare” nel mondo-, ad ogni altro interesse. Modelli formativi che insegnino, fin da piccoli, a meglio conoscersi e meglio gestirsi, sia nel privato che nel sociale. Solo uomini migliori, più “forti” anche psicologicamente, o che comunque siano avvezzi e in grado di gestirsi per come sono, e più consapevoli dei propri punti di forza, ma anche dei propri limiti, possono garantire una società migliore.

 

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Ritornando sul libro del Prof. Vito Mancuso potrei persino avvicinarlo al punto 6 del manifesto dell'Illumanesimo, se contenesse un po più di coraggio propositivo in chiave formativa, non si limitasse ad analizzare l'attuale deficit umano in chiave etica, e non auspicasse solo un "ravvedimento" individuale nella speranza di riuscire a correggerlo negli adulti. Cosa assai complicata e, probabilmente, impossibile data la nostra pigrizia a diventare maestri di noi stessi. Illumanisticamente, la formazione finalizzata a quei bellissimi auspici che lui propone, sarebbe un gran passo in avanti anche nella direzione da lui suggerita.

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