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Germogli

I Germogli culturali di un nuovo tempo sono quelli che qui, con l'Illumanesimo andiamo sostenendo da tempo.

Solo che, diversamente da quanto sostiene il Prof. Michele Ciliberto, quei segnali di cui parliamo credo sbocceranno solo dopo la caduta di ciò che oggi domina il mondo: l'antiumanesimo.

Ma questa è solo una questione di tempi diversi.

Quindi anch'io sono dell'idea di un umanesimo da attendere, anche se in tempi più lunghi.

Comunque, mai rassegnarsi alle tenebre". MAI. E l'ottimismo sui giovani di oggi è cosa ben fondata.

Da un punto di vista Illumanista, leggendo Calimero temo sia anche eccessivamente sbilanciato verso l'analisi del passato, convinto che quelle esperienze possano essere utili a “organizzare” il futuro. Ma almeno lui "ammette" di essere uno storico della filosofia, e come tale non può esimersi dal fondare le proprie idee sulla storia.

Comunque ha perfettamente ragione: il più proficuo dei tempi e sempre stato quello del caos, delle crisi e delle cadute sociali. E L'Illumanesimo non ha paura di essere incompreso proprio in virtù di quell'idea di germogli che esistono, e che aspettano solo i pensatori giusti; materiale di cui c'è ancora grande assenza. Non carenza, ma proprio assenza. E pensatori “rivoluzionari non crescono spesso.

L’aricolo di Claudio Morgoglione su Repubblica del 30-12-2021 c è utile per finire l’anno con il dovuto ottimismo illumanista.

Qui vi riporto solo uno stralcio dell’interessante intervista allo storico della filosofia Michele Ciliberto. L’articolo completo lo trovate a questo link:

https://www.repubblica.it/.../lo_studioso_michele.../:

Stralcio dell’INTERVISTA

….. Lo studioso Michele Ciliberto spiega perché un nuovo Rinascimento può cambiarci. Come vuole dimostrare il prossimo numero di Robinson

Irrazionalità, superstizione, incertezza. I tempi che viviamo somigliano molto di più allo scenario fuori di testa, eppure credibilissimo, del film già cult Don’t look up, che a qualsiasi idea di rinascita civile o intellettuale.

…… L’Europa è andata in crisi, così come la democrazia rappresentativa: circostanza che ha generato i populismi. Ma noi invece di rilanciare abbiamo paura. Loro costruivano nuovi modelli politici, artistici: Machiavelli scommetteva sull’Italia, Giordano Bruno sull’Europa. Mentre noi abbiamo praticamente abolito l’idea stessa della politica».

Un cambio di passo è possibile?

«Dobbiamo guardare al loro esempio, così come loro guardavano al mondo classico. Recuperando quella visione lucida che ci permetta, ad esempio, di immaginare un’altra Europa, multiculturale e multireligiosa, e di andare oltre l’idea di Occidente».

….. gli intellettuali non devono richiudersi nelle loro tende, in forme di specialismo o di sudditanza, o andare nei salotti tv. Non possiamo arrenderci: una cultura rassegnata è un ossimoro.

Come nel Rinascimento, bisogna combattere in campo aperto».

Qualche segnale c’è: progetti di grandi biblioteche o istituzioni come l’Accademia Vivarium Novum di Frascati, dove i ragazzi studiano le lingue classiche.

«Ci sono tanti luoghi splendidi. Ma è importante che facciano rete, che si mettano in sinergia: l’unione fa la forza. La Vivarium Novum, per restare sul suo esempio, dovrebbe collegarsi con altri luoghi di eccellenza, come la Normale di Pisa.

Il punto di arrivo potrebbe essere la nascita di un grande istituto italiano di Cultura».

A misura di giovani?

«Sempre. Ho avuto la fortuna di insegnare alla Normale ed è un’esperienza straordinaria: in tutti questi anni, nessuno studente mi ha mai deluso. Nell’Istituto di studi sul Rinascimento che presiedo, destiniamo gran parte del budget alle borse di studio. Perché scommettere sui ragazzi è davvero l’unica strada possibile».

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