
Morte e benessere
Io, illumanisticamente, a questa intervista aggiungerei solo un aspetto. Per l'idea illumanista un aspetto assai importante, e capace di combattere proprio quella morte di Dio del 900 e persino il punto forte del materialismo occidentale, nella sua capacità di "dare benessere".
Quello che aggiungerei riguarda il portare nella discussione sulla morte, e conseguentemente sulla vita, l’idea che il riappropriarsi di un’idea metafisica individuale sarebbe importantissimo, ma soprattutto capace di migliorare moltissimo proprio la qualità della stessa vita.
L’uomo, se risvegliato a se stesso, e quindi anche nella sua parte astratta fatta diventare concreta azione di vita, sarebbe in grado di togliere molta forza anche alle illusioni del benessere, quel benessere effimero e temporaneo offerto dal novecentismo.
Infatti, anche se quel benessere non è apparente, anche se si tratta di un benessere a cui nessuno può e deve rinunciare ( sarebbe assurdo anche il solo ipotizzarlo ), è comunque destinato a trasformarsi, nel luogo, in un problema molto più grande di quelli che ha alleviato. Un benessere che, se lasciato da solo, è destinato a diventare a scadenza, perché si trasforma, e sta già accedendo, in un tipo di esistenza che va a scontrarsi con l’essere uomo, con le esigenze della sua interiorità; da questo scontro non può che essere destinato a uscirne sconfitto.
l'Intervista: