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Il riduzionismo andreiano

 

Ascoltando un’intervista del 2106 al Filosofo appena scomparso Emanuele Severino ( https://www.youtube.com/watch… ), ed al suo arzigogolare intorno al concetto di eterno, mi sono reso conto che più sento parlare i filosofi, più comprendo e capisco la loro difficoltà ad accettare il dualismo di tipo andreiano: farebbe cadere totalmente il palco sul quale e dal quale la maggioranza di loro (anche quelli che da Severino erano e restano lontani anni luce per impostazione e capacità ) si legittima. Ecco, in questo senso l’Illumanesimo di domani sarà figlio del crollo di quei palchi; in senso filosofico, naturalmente.

Un concetto filosofico come quello andreiano possiamo definirlo anche un concetto riduzionista. Infatti, se da un lato ci porta a definire un nuovo tipo di filosofia esistenziale, dall’altro lo fa portandoci verso un tipo di ragionamento molto coerente, logico, rigorosamente sequenziale e stringente, ma profondamente riduzionista, quando ci “costringe” a definirlo possibile solo se lo semplifichiamo, lo riduciamo appunto dentro un concetto riduzionista: tutto è tale ( coerente, logico ecc. ) perché e purché lo riduciamo dentro l’esistenza di una forza direttamente indimostrata e solo potenzialmente, in futuro, dimostrabile attraverso nuovi e diversi ambiti, percorsi, strumenti e metodologie di ricerca. Esattamente come il riduzionismo scientifico.

Per tornare alla filosofia, ed alla sua difficoltà, impossibilità di accettare quel tipo di riduzionismo, possiamo quindi affermare che potrà farlo solo dopo essere riuscita a consegnarsi ad un diverso approccio nei confronti del dualismo (meta-fisica, ma quella vera). Fino a quel tempo anche il suo parlare di metafisica sarà sempre un parlare di fisica, e in questo un complicarsi in un inutilmente arzigogolare di concetti che definisce metafisici ( eterno, Dio, anima, tempo e luogo ecc. ecc. ) solo perché convinta ( e allora non è più filosofia pura ma fideismo ) di riuscire a trovare almeno UN bandolo di una matassa che invece, e probabilmente, è raggiungibile solo attraverso l’ipotesi “riduzionista” del dualismo; e forse anche meglio dimostrabile ( ma questo è un altro discorso).

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