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Nichilismo logico

Se nulla eravamo, e nulla saremo, perché mai ci agitiamo tanto per essere qualcosa in quest'attimo di eternità che viviamo?

Parafrasando Severino, non posso che condividere il concetto che, poggiando su quei nulla, anche la vita debba finire per diventare un nulla nichilista nemmeno meritevole di essere vissuta.

Un dramma esistenziale molto presente proprio nel nostro tempo – nei secoli passati essendo molto meno presente l’elaborazione filosofica del nulla prima e dopo il nichilismo era infatti molto meno presente, o comunque molto meno influente nelle esistenze dei più – . Un dramma esistenziale causato anche, e soprattutto dall'avvento del materialismo. Un materialismo che non si limita a mettere in dubbio i concetti religiosi, che non si limita a ricondurre la vita a un momento importante di per se, e lasciando aperto il concetto agnostico del “non so”, ma si impone come certezza di quei nulla. Certezza che, spalleggiata da una scienza che ha trasformato il proprio lavoro in dogma a sostegno di quei nulla, ha finito per far diventare il nichilismo qualcosa di inevitabile, persino giusto e vero.

Se non riusciremo a ricondurre il materialismo almeno all'interno del concetto agnostico. Se non riportiamo il concetto esistenziale all'interno di un diverso paradigma in grado di riempire quei nulla con almeno un’ipotesi di un plausibile estensione del Se, almeno di tipo logico, un Se in grado di indebolire, depotenziare quei nulla, anche il non senso della vita rischia di travolgerci.

L’Illumanesimo si muove in quella direzione. Si muove non per riportare all'uomo una metafisica in grado di salvarlo dal nulla esistenziale, ma si muove nella direzione opposta, in quella di riassegnare un senso forte alla vita. Un senso in grado si depotenziare proprio quei nulla malefici nel prima e nel dopo.

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