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I colpevoli

Nessuno, singolarmente, può mai essere ritenuto responsabile dei mali del mondo. Per fare un esempio estremo, nemmeno Hitler, da solo, avrebbe potuto diventare colpevole commettendo tutti gli sbagli commessi, e causare tutte le tragedie che ha causato il nazismo, se non avesse avuto come complice la società tedesca, quella società, quel tipo di collettività in quel preciso momento storico.

Per contro, nessuna società è mai innocente. Infatti, ogni società gli errori del passato hanno tutti una caratteristica comune: sono stati riconosciuti sempre e solo a posteriori. Ma soprattutto, socialmente, non sono mai stati creduti quelli che li stavano riconoscendo. Anzi, ogni società combatte e mette ai propri margini proprio chi ne denunciasse gli errori. I colpevoli, quindi, non sono mai gli uomini singolarmente, ma le loro società, le loro strutture collettive, gli interessi del momento, le loro culture e le difese di se stesse che queste mettono in campo.

Ecco perché, e praticamente impossibile pretendere di correggere gli errori di una collettività nel momento in cui questi si verificano. Ma soprattutto, e assolutamente sbagliato cercare di trovare dei singoli colpevoli, perché mai nessuno, da solo, sarebbe in grado di commettere errori socialmente insostenibili, se non avesse come complice almeno una buona parte del contesto in cui agisce.

La democrazia, e il sistema sociale che abbiamo in auge oggi, con la caratteristica delle maggioranze da un lato, e quello delle specializzazioni dall’altro, sono i migliori alleati per non permetterci, ancora una volta, di riconoscere gli errori che stiamo compiendo oggi.

- La democrazia sta commettendo l’errore di non riuscire a fissare regole di controllo efficaci all’interno del proprio sistema, perché legata a maggioranze condizionate da interessi che sono collettivi solo in apparenza, ma che nella sostanza sono proprio i suoi sostenitori a sostenere il più grave degli errori del nostro momento storico: quello di favorire solo gli interessi di pochi, a scapito del futuro di tutti gli altri.

- Le specializzazioni esasperate stanno agevolando proprio quel senso di irresponsabilità individuale rispetto al collettivo, al punto che tutti si sentono ormai garantiti dal fatto che il loro agire è ritenuto talmente parziale, specialistico e minimale rispetto al collettivo da essere ritento, erroneamente, ininfluente, e quindi lascia a tutti il senso ti incolpevolezza sociale.

Un mix di pericolosità perfetto e assolutamente impercepibile che solo la crescita di esigenze individuali che diventano collettive posso consentire di superare. Non ci sono ricette magiche, e l’unica strada percorribile e quella del tempo, e di una formazione di tipo illumanista, cioè che si concentri prima di tutto intorno a quelle esigenze di fondo, che diventeranno le “ribellioni” di domani. Ribellioni che non dovranno affermarsi cercando i colpevoli di oggi, ma riconoscendo e valorizzando quelli che sapranno riconoscere gli errori di domani; perché gli errori non mancheranno mai.

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