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Disagio psichico e ipersensibilità individuale

L’uomo è sempre migliore di quanto la società gli permette di essere. Poi ci sono quelli che questo lato normalmente represso riescono a farlo salire alla coscienza, riescono a trasformarlo in lampi d’intuizione, di genialità, di altruismo, di generosità ecc.. Questi lo portano a voler esprimere queste sue qualità in un contesto sociale basato sulla necessità di livellare per rendere tutti uguali, sulla sistematica propensione a comprimere qualsiasi elemento perturbante di questa finta eguaglianza, e fa di tutto non casualmente, ma culturalmente, cioè eleva questo a sistema sociale livellante e formativo.

In questo contesto chiunque si trovi nella condizione di “diversità” a causa – ma io direi grazie a – di quelle “qualità” di cui sopra si trova tarpato in ogni intenzione di esprimerle e ne subisce, inevitabilmente, e spesso fin da piccolo, una tensione interiore che lo porta a vivere o in un costante stato di disagio o, prima o poi durante la propria esistenza, si trova a dover combattere con i “fantasmi” della propria mente, quando questi cercano di ribellarsi, o più semplicemente subiscono gli effetti di questa “sensibilità” accentuata, fino a farlo cadere in stati di vero e proprio disagio psichico.

Uno studio meritevole di citazione su questi aspetto della psicoterapia è quello dello psicoterapeuta Nicola Ghezzani – fondatore dell’ASIP Iperdotazioni psichiche e disagio – Associazione per lo Studio delle Iperdotazioni Psichiche ( http://asip.wikidot.com/benvenuti ) –, che evidenzia bene questo effetto e ne trae alcune conclusioni di tipo psicoterapeutico.

Lo studio però, secondo me, non indaga a sufficienza ( ma credo che non avesse quella finalità ) sulle cause di questa sofferenza che alcuni avvertono e subiscono mentre altri sembrano non esserne nemmeno sfiorati.

Il concetto di diversità tra gli individui di solito viene semplicisticamente attribuito alle contingenti situazioni psicologiche individuali, di crescita, di formazione ecc. In parte questo corrisponde al vero: infatti ognuno trova nell’ambiente e nel contesto sociale molti dei motivi di formazione e quindi i relativi stati interiori e di comportamento. Ci sono però caratteristiche individuali, quali la sensibilità, la capacità di percepire stati interiori altrui, le doti intuitive ecc. che nessuna cultura o ambiente sociale insegnano o escludono dalla formazione. Queste qualità sono assolutamente individuali e sembrano derivare più da condizioni interiori del singolo soggetto che dal contesto in cui questo è nato e cresciuto. Sembra che alcuni siano portatori di queste qualità in base più ad una necessità individuale che pare andare al di la di ogni elemento esterno. Questa però è una ipotesi che esula, almeno mi pare, da quello studio e quella finalità associativa. Resta però molto positiva la forte impostazione Illumanista di questo tipo di iniziativa ed è quindi da ritenere meritevole di citazione in questa sede.

Infatti l’intento di portare l’attenzione della ricerca verso l’evidenziazione dell’esistenza di questa condizione di disagio in chi mostra una maggiore disponibilità di queste doti - che io definirei molto positive - è altamente meritevole. Indagare quindi in questa direzione potrebbe, credo, portare anche a interessanti scoperte riguardanti le necessità individuali di ogni persona e potrebbe portare a formulare ipotesi di lavoro sulle vere cause, che potrebbero risultar essere anche totalmente estranee e diverse dal suo essere soggetto sociale o culturale cresciuto in un ambiente piuttosto che in un altro.

Sicuramente positiva e meritoria è anche, secondo me, l’idea dell’ASIP di cercare di riportare, quando necessario, ad uno stato psicologico accettabile coloro i quali si trovino in questa condizione di disagio, e di farlo non solo in funzione di un benessere individuale - che è e resta assolutamente lo scopo primario di uno psicoterapeuta -, ma anche in funzione ed a vantaggio di tutta la comunità in cui vivono ed operano apportandovi molte capacità e qualità positive che andrebbe disperse.

Se poi questa iniziativa contribuirà anche al passaggio dalla cultura illuminista a quella illumanista saranno i posteri a registrarlo.

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