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E-poteri

Ogni tempo ha avuto i suoi poteri. Dai “capibranco” delle prime comunità umane, passando per i grandi condottieri, le grandi e pervasive organizzazioni religiose e non, fino a quelli che nei tempi più recenti venivano definiti i “poteri” forti - le grandi e potenti famiglie industriali prima, perfino le grandi democrazie o i grandi ma ben conosciuti e identificabili finanzieri dei secoli 19° e 20° ecc. – , solo per citarne alcuni tipi, ogni epoca ha “subito” ( o ne ha beneficiato, a seconda dei punti di vista e di valutazione ) i propri poteri forti. Poteri che però sono stati sempre riconoscibili.

Per il futuro, ma in parte già oggi , sembra invece che questa identificazione non sarà più possibile. Infatti, il nostro è il un tempo che si sta incamminando, a mio avviso anche molto pericolosamente, verso quelli che potremmo definire gli e-poteri. Poteri virtuali, indefinibili, ma non per questo meno potenti e meno pericolosi. Anzi, forse proprio a causa della loro indefinibilità, potranno essere addirittura più potenti e pericolosi di quelli precedenti. Poteri diffusi in modo trasversale, e globale, inseriti in un contesto molto più ampio dei precedenti, figli di un sistema, quello tecnico-scientifico, e del virtuale, che sta assumendo un ruolo sociale talmente forte da diventare incontrollabile persino alle istituzioni ufficiali. Anzi, proprio queste stanno diventando le prime vittime di questo nuovo rapporto di forza tra l’uomo, i suoi sistemi di gestione sociale, i suoi controllori, e i controllori dei controllori.

Ciò che è peggio, rispetto ai precedenti, è quindi non solo la loro dimensione planetaria e senza confini, ma il fatto che stanno diventando impossibili persino da definire concretamente, e quindi, specialmente in prospettiva futura, impossibile da identificare come soggetti e, di conseguenza, impossibili da regolamentare nel loro agire o, se serve, - e servirà – a metterli in discussione. Operazione questa che nelle diverse epoche storiche precedenti è stato, prima o poi, sempre possibile fare, anche grazie ad una sostanziale diversificazione tra gli interessi, e le aspettative, del soggetto potere, e il cittadino ed i suoi “interessi” e obiettivi. Ma oggi questi “interessi” appaiono, e sono diventati coincidenti, e come tali non percepiti come un problema da risolvere.

Oggi questo, come sostiene anche il Prof. Antonio Martone nel suo ultimo libro Ecity – ed. Rubbettino – “Uno dei connotati del biopotere tecno-scientifico è costituito dalla sue enorme capacità di fascinazione sugli uomini. Una attrazione di tipo, appunto, religioso. Diversamente dai despoti che hanno insanguinato la storia dell’uomo, il biopotere contemporaneo ( e in particolare quel e-potere di cui parlo io sopra) , infatti non annuncia vendetta in caso di disobbedienza. Molto diversamente, esso minaccia di infliggere un’unica pena ai disobbedienti, benché severissima: non godere del “volto di Dio””.

Ecco che a questo spettro sociale si affaccia un nuovo Dio, che non è il “dio denaro”, il miraggio del benessere concreto e tangibile che il denaro promette di assicurare a tutti, ma che finisce sempre per finire ai pochi, sempre meno, ma sempre più ricchi, “fortunati”, ma un nuovo “E-Dio”, un nuovo assoluto che si autoalimenta dal basso grazie all'inconsapevole illusione della sua imprescindibilità per ogni singolo individuo. Un E-Dio libero da ogni vincolo e ogni controllo umano da un lato, e in grado di agire a proprio piacimento, con forme molto concrete e dolorose per chi riuscisse a concepirne la pericolosità e osasse ribellarsi, senza nemmeno rischiare di poter essere accusato da nessuno perché tutti ne sono una piccola e inconsapevole cellula. Un Dio molto classico, con tutto l’alone della necessaria evanescenza tpiica di una divinità, ma con una forza di intervento e punizione altrettanto tipica di un Dio che agisce grazie a interventi di autoflagellazione. Una situazione abbastanza complicata, quindi. Un mondo che, per come si sta congegnando, si prospetta votato a non sentire necessità di cambiamento se non direttamente funzionale a questo e-potere ed a questo nuovo E-Dio.

Questo, anche da un punto di vista illumanista, è sicuramente un pericolo, perché quello che si va prospettando è quanto più perfetto si possa organizzare per evitare cambiamenti. Tutti i modelli sociali, da sempre, sono stati aperti, e in parte votati, a poter essere adattati e cambiati. I sistemi precedenti a questo, essendo liberi da legami tecnico scientifici, strutturati più a misura della mente umana, erano di tipo statico, cioè legati al momento storico in cui si andava strutturando, e disponibili ad essere sostituiti con il cambiare delle necessità culturali. Questo nuovo e-potere, alimentatore di quel nuovo E-Dio, essendo di tipo automatizzato, quasi meccanico, se pur apparentemente aleatorio, ascetico e “virtuale”, è strutturato in modo da potersi legare a livello inconscio alla mente e alla psicologia dell’uomo, e questo lo sta trasformando in un tutt’uno con la mente di chi ne è, inconsapevolmente, anche la vittima.

Allora non c’è soluzione?

Apparentemente no. Ma forse una soluzione potrebbe esserci, ma siccome passa attraverso l’elaborazione, sia scientifica che filosofica, di un nuovo paradigma esistenziale, ecco che sembra ancora presto per poter essere realizzata.

Servirà non una diversa analisi ontologica, ma una vera e propria nuova scoperta ontologica. Un nuovo paradigma filosofico, supportato e sopportabile da una scienza di nuovo livello, in grado di trasformare questa “scoperta” in un nuovo “senso della vita”. Una via di uscita di tipo illumanista fondata su una riappropriazione metafisica, ma di tipo umano e non trascendentale, dell’esistere e in che “direzione esistere”. Una riapertura del paradigma esistenziale fondato su presupposti logico deduttivi basati su fondamentali filosofici molto più “profondi” di quelli attuali ( naturalmente queste, qui, sono solo parole, e come tali devono essere lette, ma che necessiterebbero e necessieranno di contesti di approfondimento ben più qualificati ) , fondamentali condivisibili, e condivisi sia filosoficamente che scientificamente. Se la sola strada percorribile per uscire da questa prospettiva di un mondo che si autoalimenta verso l’auto-distruzione sembra, ed è, quella di riuscire a sviluppare una nuova idea esistenziale molto forte, talmente forte da riuscire a mettere in crisi quell’E-Dio virtuale, quel mostro auto-alimentato dalle proprie vittime, l’unica strada possibile è quella dell’alleanza tra filosofia e scienza. Ma non una contiguità, quella tipica a cui si è prestata la filosofia dei nostri giorni, ma una nuova parità, e di interessi, tra i due aspetti più credibili della comunità umana. Credibilità, per il vero, anche da riconquistare con in fatti, e meno con le dichiarazioni di intenti.

Buon illlumanesimo a tutti.

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