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Le vie dell’Illumanesimo non sono virtuali.

Come ripetiamo da tempo in questo luogo nessuno dei segnali che indicano la necessità di cambiamento sono ancora ne definiti ne incanalati nella giusta direzione.

A contribuire a questo è, in larga misura, anche la rete, il web in generale, ed i social in particolare, con i loro luoghi di indignazione, di sfogo e di protesta facilmente accessibili a molti, ma anche talmente polverizza di risultare, così come sono configurati, ininfluenti. Il web è un facile, troppo facile luogo di sfogo virtuale, talmente facile da essere diventato addirittura molto utile al sistema; infatti sta diventando un sistema utile ad evitare che le persone scendano realmente in piazza. Utile perché fino a quando l’indignazione continuerà a poter essere sfogata in modo virtuale nessuno, o troppo pochi, sentiranno la necessità di scendere in strada, e fino a quando le cose resteranno cosi poco e niente hanno da temere quelli che il cambiamento lo vedono come fumo negli occhi o ne hanno solo timore. Per assurdo, infatti, anche questi ultimi possono trovarvi l’opportunità di indignarsi con facilità e con tutta la veemenza virtuale possibile senza dover rischiare di farsi del male da soli, cioè senza rischiare i cambiamenti reali che temono; anzi, partecipandovi contribuiscono a renderla più forte e meno pericolosa.

Lo stesso M5s, a livello politico, che è nato proprio a seguito di questo tipo di facile aggregazione, altro non è che la riprova di questo. Quando si dice che il M5s ha evitato che la gente scendesse in piazza si ha perfettamente ragione, ma non si coglie il fatto che molti hanno trovato facile e utile proprio l’unirsi a quel movimento perché gli dava la speranza che fosse sufficiente a cambiare quelle cose che si fa sempre più fatica a digerire senza doversi impegnare oltre la propria arrabbiata tastiera. Ma appena si sono accorti che il cambiamento spinto dalla protesta virtuale poteva mettere in atto un cambiamento reale, ecco che molti sono tentati a ritornare sui propri passi. L’indignazione facile infatti non ha le necessarie basi di forza e coerenza utili a far digerire cambiamenti reali, concreti ed anche faticosi.

Il web è, quindi, al tempo stesso un utile sfogatoio a facile, troppo facile accesso e a troppo bassa intensità e coinvolgimento reale, ma è anche il mezzo che evita che la gente scenda realmente nelle strade, che torni a mostrare concretamente e con la necessaria forza le proprie richieste. Ma questo non fa altro che allungare una dolorosa agonia utile a chi vuole che tutto resti immutato.

Questo è dovuto anche dal fatto che a causa del periodo, anche se non eccessivamente lungo, di “pace sociale” non siamo più disposti/abituati a fare delle cose reali un’idea da vivere sulla propria pelle, e fino a quando questo non tornerà ad essere una necessità/capacità delle nuove generazioni difficilmente si riuscirà a tornare nelle piazze per riprendersi i propri “diritti” ne si riuscirà a rivivere la vita come qualcosa di anche faticoso.

I giovani di oggi, come abbiamo sostenuto altre volte, sono molto migliori e molto meglio attrezzati ad accettare anche cambiamenti di tipo illumanista ( dovranno solo imparare a liberarsi dalle gabbie tecnologiche e scientifiche lette come praterie di felicità ), cambiamenti che, come sappiamo, non sono ne facili da assimilare ne da vivere, specialmente provenendo da un tempo abbastanza diverso, ma non sono ancora attrezzati delle necessarie convinzioni e dei necessari “bisogni”; convinzioni e bisogni tali da “costringerli” a uscire in strada e utilizzando quella virtuale solo come mezzo di gestione del nuovo. Se poi consideriamo che quando lo faranno non sarà subito nella giusta maniera ( questo è inevitabile e umano perché i cambiamenti avvengono sempre a seguito di aggiustamenti di errori e tentativi), possiamo pensare che l’Illumanesimo dovrà ancora attendere, e il web dovrà iniziare ad essere letto e utilizzato in modo molto diverso da oggi.

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