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Il rischio di una terra come luogo di scontro tra individualità.

Un processo irreversibile iniziato all'insaputa dei diretti interessati.

 

Viviamo in un momento storico dove i mezzi di omologazione e di controllo sono diventati talmente potenti da mettere addirittura paura a chi la sensibilità, la voglia e la forza di osservarli e di porsi il problema. Dobbiamo però dire che la forza dell’omologazione, del livellamento culturale, del pensiero unico, dell’appiattimento psicologico  è stata sempre in azione, e anche in tempi in cui i mezzi disponibili per raggiungere un discreto livello di appiattimento culturale erano ben inferiori, molto meno tecnologici ma altrettanto efficienti, il risultato era comunque garantito perché raggiungibile grazie sia a “mezzi sociali” organizzati capillarmente e largamente diffusi, sia grazie ad un diverso grado di preparazione culturale dei soggetti da “convincere” a seguire questa o quella ideologia.

Oggi, quindi, da un lato disponiamo di mezzi molto più potenti e “comodi” da utilizzare, ma dall'altro ci troviamo di fronte a persone con una preparazione molto diversa e che sono molto meno disposti ad accettare sistemi coercitivi o anche solo condizionanti. In pratica stiamo assistendo ad un lento e progressivo spostamento da una società fatta di pochi mezzi tecnologici e di individui che chiameremo “ disponibili” ad una formata da individui molto meno “disponibili”.

Naturalmente ci troviamo ancora in una situazione intermedia. In un momento di passaggio dove si possono ancora migliorare i mezzi di controllo e con una società composta  per un buon 60% da individui che, spesso per pigrizia e non per reale incapacità, sono sbilanciati più verso il vecchio che verso il nuovo. Questo non significa quindi che siamo già sulla giusta e sicura  per raggiungere l’obiettivo della liberazione dell’individuo da ogni forma di coercizione e livellamento culturale. Il livello a cui siamo giunti non ci garantisce ancora che questa sia effettivamente la strada ultima da seguire per raggiungere la liberazione individuale. Questo soprattutto perché non abbiamo ancora compreso dove stiamo andando; l’esempio lampante di questa incomprensione ci è dato dal frenetico e continuo ricercare mezzi e sistemi, sempre più sofisticati, per tentare poter continuare a perpretare questo sistema coercitivo. Oggi l’obiettivo è a fini economico-commerciali, il continuo e pressante tentativo di conoscere gli interessi delle persone con il chiaro e dichiarato intento di raggiungere il maggior controllo e previsione possibile a fino commerciali, e, a livello politico, al fine di poter continuare a condizionarne le scelte etico/morali che però iniziano a sfuggire sempre di più ad un controllo centralizzato e concentrato nelle mani di pochi individui.  Questo sta a dimostrare che non si è ancora compreso che le persone stanno cambiando, che gli individui stanno iniziando, o meglio hanno iniziato da tempo, a mettere in pratica, magari inconsciamente e caoticamente, un sistema di spostamento da una società controllabile come massa ad una che sarà necessario rimodulare in modo da poter continuare ad essere luogo di convivenza senza che rischi di diventare un luogo di scontro tra individualismi.

Nonostante le forze messe in campo, forze sempre più potenti e sempre più sofisticate, l’uomo sta lentamente ma inesorabilmente sfuggendo a quel vecchio modello e si è irreversibilmente incamminato verso uno nuovo. Nonostante tutto questo apparato tecnologico l’uomo sfugge infatti al “sistema”,  e questo sta a dimostrare che nessun sistema, per quanto potente, sarà mai in grado di controllare l’interiorità degli individui la quale va sempre e comunque, magari in tempi lunghi e con movimenti impercettibili, dove vuole.

Il rischio è che per raggiungere un obiettivo così importante si scelga di passare lungo strade inutilmente dolorose. Meglio tentare di organizzare, per quanto possibile e per tempo, il passaggio e risparmiarci molti e inutili sofferenze. L’uomo non è mai stato molto furbo in questo senso, ma dato il livello raggiunto, dato che siamo cresciuti, a anche molto, come individui, dato che siamo sicuramente più maturi e attenti ai nostri interessi individuali ma anche sociali, ma anche perché oggi siamo sicuramente diventati meno disposti/predisposti a soffrire, ed essendo meno disposti a farci guidare, abbiamo l’urgente necessità di organizzarci un futuro da individui consapevoli di dover vivere come individualità libere ma in un contesto in cui incontreremo sempre più spesso altri individui altrettanto liberi e pronti a reclamare questo loro diritto. Questo non è e non sarà un processo automatico, e dovrà essere guidato molto attentamente. Se sbagliamo questo passaggio, se non sapremo approfittare di questa crescita, non potremo evitarci molti guai provenienti dallo scontro di individualità forti disposte a far sfociare questa forza in un inutile, doloroso e pericoloso individualismo. E anche di questo se ne iniziano a intravedere gli effetti. E’ un pericolo reale ma evitabile, basterebbe che chiunque si renda conto di questo abbia la voglia di impegnarsi concretamente per contribuire ad evitarlo oberando concretamente per rimodulare in questa prospettiva la crescita delle persone ad iniziare dai giovani e giovanissimi.

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