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La liberazione della fragilità

La mente dell'uomo è una cosa fragile, ma proprio questa fragilità dell'uomo, avendo incontrato una forza d'urto superiore alla propria, è stata coinvolto dal processo di razionalità, da una razionalità che si è impadronita della sua fragilità. Ora l’uomo deve essere toccato da una forza culturale, poetica, creativa che riprenda in mano i fili piuttosto imbrogliati di questa matassa mentale che restituisca un certo ordine in questo rapporto.

Non sarà affatto cosa facile perché per fare questo occorreranno capacità culturali, capacità di scrittura, capacità di coordinamento logico, occorrerà creatività, inventiva, occorrerà saper coniugare insomma scienza e poesia. Un connubio che non è facile da accordare, me ne rendo conto, ma questa è, probabilmente, la migliore strada, la strada ideale per ripristinare un rapporto che si sta sfilacciando al limite del non ritorno.

L’Illumanesimo sarà anche questo, prima sarà la presa di coscienza della condizione in cui lo ha condotto l’eccessiva razionalità a scapito della fragilità e della parte creativa, e subito dopo l’impostazione di modelli di correzione.

Oggi la fragilità della mente inizia e riemergere persino dai fatti di cronaca, e probabilmente proprio questi, proprio l’evidenza sempre più palese del livello di fragilità a cui siamo ri-giunti, sarà il segnale utile a far prenderne coscienza che una nuova condizione si sta affermando, ma che lo sta facendo in modo sbagliato.

Fatta questa indispensabile, anche se dolorosa, operazione, la ricerca, magari caotica in un primo momento, di modelli in grado di re-incanalare questa “qualità”, riconducendola fuori dal suo aspetto negativo per riportarla in quello creativo sarà un’operazione che avverrà in modo automatico, ma che può essere agevolato di molto se riusciamo a prendere coscienza di questo processo in atto.

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