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Poveri mecenati

Il mecenatismo è un’attività che di solito viene svolta attraverso azioni di sostegno all’arte nelle sue diverse forme, e in modo particolare avviene sostenendo artisti al fine di garantire loro la necessaria libertà per esprimere le loro peculiarità senza l’assillo della sussistenza.

Il mecenatismo è da sempre un grande aiuto per chi è in grado di esprimere forme artistiche di valore, opere che, oltre a soddisfare il piacere del mecenate di turno, restano nel tempo e vanno a formare il patrimonio artistico e culturale di intere comunità.

L’Italia è un paese che di questo connubio a beneficiato largamente grazie soprattutto alla contemporanea presenza nel nostro paese sia di mecenati che di artisti di grande valore. Un tandem che nel tempo ha consentito al nostro paese di ritrovarsi un patrimonio culturale e artistico senza pari al mondo. Una grande occasione, ma anche una grande fortuna perché nessun mecenate avrebbe potuto trarre piacere dal proprio amore per l’arte e del bello se non vi fossero stati contemporaneamente anche artisti di valore in grado di appagarlo e gratificarlo. Da sempre quindi due grandi figure che hanno trovato nel nostro paese un luogo d’incontro privilegiato. Purtroppo da diverso tempo questo sodalizio sembra essersi spezzato, ma a romperlo non è stata la carenza di mecenati ma più quella di veri artisti, o meglio la mancanza di Artisti degni di questo nome.

A causa della mancanza di artisti in grado di soddisfare le necessità dei mecenati sempre più azioni di mecenatismo si vedono “ costrette “ a rivolgere la loro attenzione verso il restauro e il recupero del vecchio, e spesso decadente per incuria, patrimonio artistico ( opera peraltro altamente meritoria ). Questo anche perché il nostro tempo sembra essere quasi totalmente privo di artisti in grado di realizzare opere di valore tale da riuscire a soddisfare le necessità dei mecenati e, al contempo, di essere degne di avvalersi dell’appellativo di “vere opere d’arte” in grado di reggere il confronto con quelle del passato.

Quindi in Italia oggi il problema della produzione artistica di valore non sembra essere la mancanza di mecenati disposti a investire nell’arte ma più la carenza di veri artisti.

In chiave illumanista questa carenza di artisti di grande valore, paragonabile anche solo parzialmente a quelli che hanno realizzato il patrimonio artistico di cui oggi possiamo beneficiare, la possiamo inquadrare all’interno di uno sviluppo dell’individuo il quale, costretto a crescere all’interno di un sistema sociale altamente competitivo, finisce per trovare molto difficoltoso lo sviluppo di “personalità” significative di tipo artistico.

Questa difficoltà finisce per farci ritrovarsi con una miriade di artisti ma quasi nessun grande artista. Gli artisti di oggi infatti, pur essendo portatori di una necessità di espressioni di tipo astratto - necessità tipica del nostro tempo, tempo in cui uomini nuovi cercano di emergere da questa cappa oppressiva della tecnologia e del materialismo esasperati - finiscono per non riuscire a farla emergere e si trovano, ma non per loro colpa e malgrado le grandi potenzialità di molti di loro, a dover restare artisti mediocri e partner non utili ai mecenati di turno e al mondo dell’arte contemporaneo.

Due vittime della stessa causa: l’incapacità tipica di una umanità distratta quasi prevalentemente da interessi materiali che finisce per diventare anche una grave perdita culturale.

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