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Il parziale denominato infinito

David Deutsch, nel suo libro “ L’inizio dell’infinito” ( Ed. Einaudi ) ci fa notare che:
“Prima che i nostri antenati imparassero (più e più volte) a innescare il fuoco, capitò di certo a qualche essere umano di morire assiderato stando letteralmente sopra ai mezzi per produrre quel fuoco che sarebbero stati la sua salvezza, perché non sapeva come usarli. In un senso provinciale fu il freddo a ucciderli, ma la spiegazione più profonda è la mancanza di conoscenza.
[…]
Prima di ogni disastro naturale che un tempo le persone consideravano come qualcosa che <capitava>, o che era stabilito dagli dei, oggi noi vediamo molte soluzioni che le persone coinvolte non adottarono – o meglio non crearono. E tutte queste insieme formano la soluzione globale che non adottarono: costruire una civiltà scientifica e tecnologica come la nostra.” Insomma, un posizione scientifico/positivista ormai nota. 


Una posizione, la sua, vera ma solo per una parte di ciò che siamo, perché è altrettanto vero che Deutsch non ci dice che: ai nostri antenati capitava certamente di trovarsi anche ad esprimere concetti, idee, astrazioni, sensazioni, tendenze, istinti apparentemente anche contrari al loro e nostro appartenere ad un processo biologico che si muove e si ripropone, ad ogni livello, sempre uguale a se stesso, e di cui erano, e ancora continuiamo ad essere “attori e vittime”. Tutte cose quelle che da allora non sono cambiate di una virgola, se non magari in direzione del loro “indurimento” in determinati momenti storici, ma che hanno poi saputo sempre riaffiorare a dispetto di ogni tentativo di soffocamento sociale, culturale, conoscitivo e tendenziale, e che nessuna conoscenza, se non fideistica, ha saputo e potuto spiegare. Tutte cose che nessuna teoria della complessità, nessuna teoria scientifica e conoscitiva ( salvo la consueta e ormai desueta tiritera di una ricerca che prima o poi sarà capace di dare tutte le risposte che oggi mancano, tiritera alla quale solo i fedeli ormai continuano a credere in senso assoluto ) , nessuna prospettiva basata sulla ricerca in forma “convenzionale”, sia scientifica che metafisica, riusciranno, molto probabilmente, a fornire, e che altrettanto probabilmente potranno essere in parte soddisfatte solo da una qualche nuova forma di ragionamento logico/deduttivo e nulla più ( anche se sarebbe un passo gigantesco per l'umanità). La differenza tra l’Illuminismo scientificizzato e l’Illumanesimo forse trova in questo uno dei motivo dell’esistenza di due diverse visioni del mondo futuro.

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