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Discriminare illumanisticamente

Dal Vocabolario:
v. tr. [dal lat. discriminare, der. di discrimen «separazione», da discernĕre «separare»] (io discrìmino, ecc.). –

Pur se non perfettamente corrispondenti, oggi alcuni contrari del termine discriminare potrebbe essere quelli di : omologare, includere, integrare, ma anche appiattire, semplificare, massificare ecc.; in sostanza tutto ciò che tende a condurci a processi riduzionistici e semplificatori; un modo insomma un pò sbrigativo per evitarci, o di prendere posizione o di doverlo fare in un contesto di complessità, o che comunque riteniamo tale.

Io, da profondo discriminatore quale sono, ritengo invece che sia giunto il momento di iniziare, partendo dalla formazione scolastica di base fino a giungere a quella culturale individuale e quella giuridica, a tendere a riconoscere "culturalmente giusto":

1. Il distinguere, separare, fare una differenza;

2. L’adottare in singoli casi o verso singole persone o gruppi di persone sempre un comportamento diverso da quello stabilito per la “generalità”, o comunque ritenere giusto poter applicare una disparità di giudizio e di trattamento che prescinda dal: per me siete tutti uguali;

3. Il dichiarare esente anche da una responsabilità penale o amministrativa mediante provvedimento di discriminazione in seguito a specifica valutazione, e relativo specifico giudizio, che tenga conto non solo del fatto ma anche delle discriminanti che ogni singolo individuo porta con se;

4. Il poter giungere a togliere il carattere di illiceità a un fatto che costituirebbe reato, o diminuire la responsabilità del colpevole ogni qualvolta ne sia riscontrata l’opportunità in seguito alle valutazioni di cui sopra. ( naturalmente rivedendo profondamente anche la preparazione di chi è delegato a questo delicate compito );

5. In senso più generale, ritenere giusto non applicare, per particolari motivi, a singoli individui i provvedimenti o le sanzioni previsti contro altri individui o contro la categoria cui essi appartengono. Ambiti prevalenti in cui applicare tutto questo sono il privato di ognuno, nel diritto penale, in psicologia;

d. Rendere generalizzato il diritto a vedersi giudicati sempre e solo in funzione di tale principio.

Infatti sono convinto che questo processo sia la sola strada che possa portare a ridurre i conflitti umani ma anche le nevrosi individuali, le oscure sensazioni di massificazione in cui ogni azione sembra dover prima di tutto rispondere ad un giudizio morale standardizzato piuttosto che ricondotto a specifiche necessità individuali.

E nessuno, specialmente oggi dove le difficoltà di convivenza ad ogni livello stanno raggiungendo picchi al limite della tollerabilità, e dove proprio i contrari di quel termine stanno strabordando nei rapporti tra i singoli e tra le comunità, possa negare che sia l'unica strada percorribile verso un briciolo di pacificazione e di un futuro, personale, giuridico e sociale, più a misura d’uomo; un futuro più Illumanista.

Il discriminatore

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