top of page

La guerra dei dieci anni

I primi dieci anni di vita di una persona sono i più importati ma anche i più delicati e pericolosi. In quell'arco di tempo si forma l’uomo, si acquisisce come una spugna dal contesto sociale qualsiasi elemento passi sotto i sensi del bambino. Questo lo sanno bene, da sempre, le religioni, la cultura, i poteri, ed è in questi anni che questi vampiri si accaniscono con ogni mezzo e senza il minimo ritegno per assicurarsi che il nuovo soggetto sociale cresca conforme alle loro necessità. In questo qualcuno inserisce anche la famiglia, e in parte è vero, ma la famiglia è a sua volta più una vittima che la stratega di questo sistema. Nella maggioranza dei casi infatti si tratta di persone asservite a quei sistemi perché, a loro volta, sono state cresciute con le stesse metodologie e con la stessa criminale metodica di formazione programmata.

Spesso si fa riferimento alle religioni per dire di loro che si procurano gli adepti allevandoli da piccoli. E’ vero, ma non sono solo loro ma anche, e soprattutto, lo sono il modello culturale medio di cui anche loro fanno parte e in cui si trovano ( scelgono? ) a nascere le persone. La storia dell’uomo però è stata un procedere lineare che è passato attraverso ai cambiamenti sociali di fondo, ma dentro a questo processo è stata anche caratterizzata da forti oscillazioni entro le quali si sono verificati picchi estremi sia in senso più alto rispetto all’espansione del pensiero dell’individuo sia in altri di profonda depressione. L’uomo quindi ha sempre vissuto questo procedere verso il pensiero per poi, giunti a limiti di non più accettabilità ricadere/ritornare ad un uomo meno mentalizzato ma più legato alla vita e alle cose materiali, in senso positivo, cioè di aderenza a queste per fruirne in conoscenza. Fino ad oggi (?) forse il nostro ciclo è stato entro un livello di accettabilità e l’utilità ( se mai ve ne fosse una ) era garantita. Adesso forse siamo arrivati ad un limite pericoloso e quindi siamo entrati in una fase di modificazione del modo di essere uomo. Forse il pericolo di un distacco troppo evidente dal “modo utile” a poter vivere il mondo ( questo però soprattutto nel mondo occidentale) ha fatto si che si stia mettendo in modo uno di quei processi di rimodulazione di cui sopra.

Un processo che inizia una volta che si è arrivati al culmine di un percorso di accettabilità ( tralascio, perché di scarsa importanza sociale, le spiegazioni sul concetto di accettabilità e rispetto a cosa sia, secondo me, accettabile o meno il tipo di mente entro il quale sia possibile svolgere comunque una vita "utile", ) in cui accade qualcosa che, in un modo o nell'altro, riporta il processo ad un nuovo, e sempre diverso, punto di partenza; e questo accadrà sempre, almeno finché reggerà il sistema Terra/uomo.

In questa prospettiva l’accettabilità del modello di formazione, di istruzione, di regimentazione della crescita delle persone nei primi 10 anni di vita dovrà, quindi, subire una inevitabile trasformazione. Come, a chi sarà affidato il compito del cambiamento, in che direzione avverrà, quanti errori saranno commessi prima di riuscire a trovare quello più idoneo, queste sono tutte incognite e come tali difficili da prevedere. Unica cosa certa sono i segnali di ribellione al vecchio sistema, segnali ancora deboli e soprattutto ancora alla mercé del vecchio. Ma segnali inequivocabili e come tali di buona speranza, speranza che qui chiamiamo Illumanesimo.

bottom of page