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La volontà e il leaderismo. (segni illumanisti)

Tutti siamo condizionati dal contesto e dalle persone che ci circondano. E una caratterista umana, ma forse sarebbe meglio dire animale, dalla quale non siamo mai stati abituati a prenderne le distanze. Anzi, come uomini, cioè come animali dotati anche di uno strano elemento che abbiamo definito volontà, abbiamo sempre attribuito alla natura, e quindi a quello che identifichiamo come un aspetto positivo, questa nostra attitudine sia all'emulazione che al processo di adattamento naturale a ciò che ci circonda.

E’ vero, quindi, che si tratta di un normale atteggiamento che porta gli animali ad apprendere attraverso il processo dell’emulazione, dell’osservazione e ripetizione dei gesti altrui. Come animale/uomo facciamo quindi lo stesso, ma in più, e purtroppo, abbiamo trasferito questo processo anche in quelle parti di interrelazione comunicativa che passa attraverso il linguaggio e quindi le opinioni e le idee altrui.


In pratica abbiamo trasferito il lato animale a quello tipicamente umano, o che ci permette di definirci tali. In questo modo abbiamo fatto si che le opinioni altrui diventano semplici riferimenti da emulare piuttosto che stimoli per produrne a nostra volta. La volontà, la scarsa attitudine a utilizzare questo potentissimo strumento di distinzione, distinzione sia dagli altri animali che dagli altri uomini, rischia di depotenziare e annullare il valore stesso dell’unico strumento in grado di riuscire ad elevarci dallo stato animale per portarci in quello di uomo.

La storia dell’uomo è, da sempre, caratterizzata da alti e bassi che coincidono con i diversi momenti storici, e la salita dall'una all'altra condizione, da un momento storico all'altro, è da sempre il mezzo utilizzato per crescere, per sopravanzare da un determinato periodo storico ad un altro; in pratica ha dato vita a quello che definiamo “progresso culturale umano”. Oggi sembriamo essere giunti ad un periodo che potremmo definire “basso” della storia ( anche se dovremmo dire alto rispetto a quello di una crescita formale, esteriore, economica ecc. ), e questo proprio “grazie” all'addormentamento particolarmente accentuato della volontà individuale. Un assopimento collettivo attuato attraverso il quasi totale asservimento alla cultura del nostro tempo, della formazione e della cultura, ad anche a causa dell’utilizzo spregiudicato e finalizzato a questo da parte dei potentissimi mezzi d’informazione di cui ci siamo dotati. La situazione è riprecipitata, la pigrizia della volontà individuale ha ripreso il sopravvento e ci ha riportato, dopo un periodo positivo identificabile nel primo periodo illuminista, ad un livello pre-illuminista dando vita a veri e propri fenomeni medioevali in cui la figura di riferimento socialmente riconosciuta riusciva ad avere diritto di vita e di morte sulla massa considerata, già allora, mezzo collettivo e mai comunità di singoli.

Il Leaderismo ha fatto di questo appiattimento della volontà individuale il proprio punto forte ed è riuscito a dar vita a fenomeni anche tragici. Pensiamo al fascismo, al leaderismo industriale ( i grandi capitani d’industria), a quello economico dei grandi finanzieri, fino al personalismo e leaderismo politico degli ultimi anni. Quindi nessuna novità in questo campo, dirà qualcuno! Non proprio. Una novità infatti oggi iniziamo a registrarla quando, tentando di leggere con attenzione i movimenti sociali in atto, riusciamo a leggervi un chiaro e significativo senso di risveglio e ribellione delle individualità; magari ancora sconclusionato, ancora caotico, sicuramente ancora mal definitivo, ma sicuramente significativo per il nostro tempo.

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