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L’uomo è in una fase di stallo temporaneo, e vi resterà fino a quando non compariranno concretamente altri tipi di valori. Intanto stiamo pian piano, e spesso anche confusamente, acquisendo concetti come libertà, democrazia, e anche dello sviluppo delle coscienze, e iniziamo a farlo ad un livello che – è giusto dirlo - l’umanità non ha mai conosciuto.

 

Infatti oggi, da un punto di vista sociologico, il cosiddetto popolo può partecipare, e di fatto partecipa in maniera molto più attiva di sempre al processo conoscitivo e di libertà che è in atto nel mondo, o in quasi tutto il mondo. Questo processo di cambiamento bisogna, però, che sia rispettoso del tempo necessario che occorrerà per farlo, perché l’uomo non può normativizzare la libertà o la democrazia. Nel processo della storia, democrazia e libertà, come giustamente suggerivano ad Atene nei tempi d’oro, sono il risultato di un percorso che deve procedere all’interno del popolo, e non è una norma che viene approvata da un senato. É qualcosa che deve elaborarsi a partire dal basso, dalla base. Quando il basso si impadronisce di un cambiamento il cambiamento si storicizza, e quindi diventa norma non scritta ma norma sentita, norma partecipata.

 

Noi siamo soltanto nella fase delle parole. Parole che parlano di qualcosa che ancora non riusciamo a registrare nella nostra coscienza profonda.

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