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La giustizia non è una manifestazione del corpo

Se la giustizia fosse applicata nelle sue forme reali pretenderebbe di portare nel mondo cose anche "contrarie" sia al corpo che al contesto sociale. Se fosse riportata effettivamente nell'organizzazione sociale un concetto "puro" di giustizia, questa andrebbe quindi a scontrarsi, anche duramente, con gli interessi di alcuni aspetti sia individuali che sociali.

Questo ci fa pensare che la giustizia non è un epifenomeno del corpo, ma che potrebbe avere una diversa origine, perché immaginare un corpo, pura materia, che esprime qualcosa di così contrario ai propri "interessi"  sembra abbastanza difficile. La giustizia sembrerebbe più un principio che ogni tanto esce fuori, e che lo può fare  anche contro il corpo stesso. E' il tentativo di affermazione di qualcosa che non sembra non appartenere al corpo, ma che si manifesta attraverso di esso. Infatti ogni volta che viene meno la giustizia si verifica sempre la riaffermazione del corpo, della materia, la quale è organizzata secondo rapporti di forza, di potenza e non di giustizia. Quando invece un uomo si fa portatore di giustizia, quando un uomo produce e afferma un messaggio di giustizia, quella vera, reale e scevra da secondi fini, quello è un uomo che non opera solo con il corpo. Questo è un concetto molto importante, anzi, fondamentale, è il rapporto fra la parte materiale e quella non materiale dell’uomo.

 

Quando ci si chiede: quand’è che si manifesta la parte immateriale dell’uomo?

Ecco, la vediamo in queste cose, lo vediamo quando il corpo agisce al di sopra dei propri interessi.

 

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