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Il percorso e il destino

Il viaggio dell’uomo inizia per tutti allo stesso modo, finisce per tutti allo stesso modo, ma ogni percorso non si svolge mai all'interno di un binario che conduce da un punto all’altro cioè all’interno di quello che potremmo definire “destino”. Quel percorso ha sempre una serie di stazioni intermedie che sarebbe obbligatorio visitare e quelle, anche se impropriamente, possiamo definirle programmate, necessarie, e in qualche modo predeterminate, predestinate. Spesso prendiamo strade molto lunghe e tortuose per raggiungerle, pur essendovene di dirette e veloci ma che per mille motivi decidiamo di non percorrere, ma dentro di noi il desiderio di andare soprattutto lì è presente, magari inconsciamente, e molte delle nostre scelte sono finalizzate a quelle tappe.

 

In questo viaggio accade che spesso di incontrare sirene ammagliatrici, spettacoli scintillanti, piaceri suadenti, oppure diavoli tentatori, cattive amicizie, difficoltà faticose da superare, ed ecco che rischiamo, e a volte scegliamo, di deviare finendo per non visitare quei luoghi così importanti per noi. Possiamo farlo, è una nostra libera scelta. Queste tappe intermedie sono differenti per ognuno di noi, naturalmente. Possono essere in numero maggiore o minore, possono trovarsi in montagna o in pianura, possono essere delle fortezze difficilissime da raggiungere e richiedere faticose scalate o bellissime località raggiungibili con una piacevole passeggiata, ma ognuna di queste corrisponde al nostro destino, cioè è il motivo per cui siamo qui e quindi  dovremmo visitarle.  

Non è però importante se il cammino per raggiungerle sarà stato lungo o corto, facile o difficile, l’importante è che quando giungiamo ad ognuna di quelle tappe intermedie le sappiamo riconoscere e mostriamo loro l’attenzione necessaria perché diventino un’esperienza di vita significativa. Se poi saremo sufficientemente bravi da prestare attenzione anche a quello che ci capita per strada, alle piccole cose che ci accadono, a quelle che ci cadono sulla testa e a quelle che decidiamo di evitare, ecco che il “bottino” non sarà costituito solo dall’incontro con le tappe inevitabili, ma sarà arricchito anche da quelle cose che non erano in programma, nel “ destino” appunto, ma che abbiamo egualmente fatto nostre.

 

Il percorso, quindi, può diventare altrettanto importante quanto il destino; per i più bravi anche di più, e per più bravi si intendono quelli che hanno prestato attenzione e consapevolezza a più cose possibili della vita. Così il percorso tra l’inizio e la fine non sarà più diviso tra tempo perso di una vagabondare e l’altro e la visita alle nostre stazioni, ma sarà tutto proficuo e riempirà il carniere della vita.

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